Uno studio evergreen per perpetuare l’insegnamento delle humanities agli studenti medici

Proponiamo un interessante articolo scritto da Jane Macnaughton nel 2000, pubblicato da BMJ, Le scienze umane nella formazione medica: contesto, risultati e strutture. Questo articolo è stato il carburante per la diffusione delle Medical Humanities nelle università.

Alcune università del Regno Unito stanno ospitando docenti nelle medical humanities e un Centro per le Arti e le Humanities nella Sanità e nella Medicina (CAHHM) è stato istituito presso l’Università di Durham. Il centro è coinvolto in tutti gli aspetti delle arti nella sanità ma c’è un’enfasi maggiore sull’educazione medica e sulla valutazione delle attività educative che coinvolgono l’arte.

I dottori hanno bisogno di comprendere i loro pazienti attraverso una robusta conoscenza scientifica e di apprezzare come la ricerca scientifica possa aiutarli a prendere decisioni riguardanti il trattamento migliore per i loro pazienti. Oltre il “dottore tecnico”, un dottore “umano” è richiesto, con la comprensione, assistito da abilità interpretative e d’intuizione, mosso da sensibilità etica, per applicare questa prova scientifica e queste abilità ad ogni singolo paziente. I dottori hanno inoltre bisogno d’essere in grado d’imparare il sapere scientifico della malattia e le cure assieme alla comprensione dei bisogni individuali del paziente, i suoi pensieri, i suoi sentimenti.

I soggetti delle humanities, in particolare la letteratura, possono essere visti come una fonte di storie di casi per gli studenti medici; e le humanitiens possono insegnare agli studenti certe abilità utili nelle situazioni cliniche. La letteratura aiuta per la comunicazione scritta, ma, più importante per la cura sanitaria, il dramma dimostra le sfumature della comunicazione fra le persone, verbali e non verbali. La storia e la filosofia possono inoltre provvedere ad insegnare agli studenti abilità utili. Se la storia contiene l’importanza della prova e di come possa essere manipolata dai singoli così da fornire una visione fraudolenta della verità, la filosofia fornisce agli studenti un ordine per i loro pensieri, aiuta a costruire un argomento e a raggiungere una conclusione logica.

Circa vent’anni fa, nel 1998, agli studenti di medicina è stato offerto un modulo di filosofia intitolato “l’individuo nella società; un’introduzione alla filosofia sociale e politica”. Questo modulo nasceva dalla collaborazione tra i dipartimenti di pratica generale e filosofia e ha permesso agli studenti di medicina di prendere parte ad un corso pensato per gli studenti del primo anno di filosofia.

Il corso aveva tre obiettivi principali:

  1. Leggere e discutere la Repubblica di Platone;
  2. Incoraggiare gli studenti ad adottare tecniche di analisi filosofica nel loro approccio ad un argomento
  3. Esporli all’esperienza allargata di una facoltà culturale differente dalla loro.

La giustificazione al primo obiettivo è che la Repubblica affronta problemi fondamentali legati alla società, come le ragioni per cui le persone vivono assieme in comunità. I futuri medici avevano da poco concluso i progetti con le loro famiglie all’interno del corso medico, quando hanno dovuto confrontarsi con il rifiuto di Platone della famiglia come unità basilare della società.

La giustificazione del secondo obiettivo risiedeva nei termini di utilizzo per lo sviluppo di abilità e attitudini trasferibili. Le analisi cliniche richiedono che i dottori siano in grado di recuperare informazioni riguardo un paziente, ordinarle e costruire argomenti a favore o contro determinate conclusioni (diagnosi). La filosofia può insegnare agli studenti come affrontare tutto ciò; gran parte del modulo era focalizzata sull’apprendimento riguardante l’argomento, e gli studenti hanno acquisito gli step da utilizzare nella costruzione degli argomenti. La maggior parte degli studenti hanno commentato che alla fine del modulo, avevano cominciato a mettere in discussione il know how con più confidenza.

La giustificazione del terzo obiettivo è che ha distanziato gli studenti dall’ingombrante cultura della loro educazione medica e classe medica e li ha collocati nella facoltà artistica (fisica e intellettuale) e in mezzo studenti e docenti di filosofia. Questo ha provveduto ad un’esperienza accademica più ampia, ad un “controcultura”.

Questo studio è ancora valido? Ora che la tecnocrazia è soverchiante, questo approccio è totalmente valido per contrastare la rigidità dei protocolli di cura troppo semplificati. Possiamo anche fare uso delle competenze e delle idee dalla filosofia, della storia e della letteratura per illustrare e illuminare l’insegnamento in altre aree dell’educazione medica – come nelle capacità di comunicazione e nella scienza del comportamento – e questo suggerisce il loro valore strumentale a tutti gli studenti di medicina. La pratica medica comprende una vasta gamma di diverse competenze e vantaggi educativi.

Matteo Nunner

Laureato in Lettere all'Università del Piemonte Orientale, si sta specializzando in Scienze Antropologiche ed Etnologiche all'Università di Milano-Bicocca. Giornalista e scrittore vercellese, ha collaborato con molte testate locali e nel 2015 ha pubblicato il romanzo d'esordio "Qui non arriva la pioggia". Nel 2017 ha poi pubblicato "Il peccato armeno, ovvero la binarietà del male".

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