UNA PAROLA IN QUATTROCENTO PAROLE – ARTE

La parola arte deriva dal latino ars che ha come primo significato ogni attività mirata a progettare o a costruire in modo adatto e armonico qualcosa. La parola latina viene dalla radice sanscrita *arche esprime l’“andare verso” ed in senso traslato, l’“adattare”, il “fare”, il “produrre”

È solo alle soglie dell’età moderna che la parola arte inizia a perdere in parte il suo legame con la materia per venire a indicare ogni prodotto culturale riconosciuto come di valore, significato questo che si consolida con la nascita dell’estetica filosofica nel Settecento. Si aggiunge così al tecnico anche la valutazione positiva della fantasia. 

Lo slittamento ha accentuato l’aspetto di ricezione a discapito di quello tecnico-creativo. Ma se si recuperano il significato latino e ancora quello sanscrito, è possibile capire quanto l’arte è anche la congenialità dei modi rispetto all’idea e la capacità di “andare verso”. E forse è proprio per questo che l’arte è un mezzo di cura così potente… 

Infatti, nella sua forma più privata vuole essere la ricerca della forma più adatto ad esprimere una determinata emozione, a raccontare una certa esperienza, di gioia o dolore. Partendo dalla scelta del linguaggio che si sente più adatto, che siano le parole o la penna, la creta o le note musicali, si arriva all’elaborazione di un prodotto che dà corpo a quelli stati psichici che altrimenti non sono confrontabili e/o estrinsecabili.

Inoltre, l’arte non è solo qualcosa che serve al sé, ma, come ci ricorda la sua radice sanscrita, è anche qualcosa che “si muove verso”, che dunque cerca un interlocutore – anche se non ha bisogno di esso per esistere. 

Dall’incontro tra l’opera d’arte con l’altro da sé (non, dunque, il suo autore) è possibile un dialogo; invece, possiamo considerare il processo di creazione artistica come un soliloquio, ossia un discorso fatto senza pubblico. Il dialogo con l’opera permette di condividere stati d’animo, ma anche di confrontare i propri con quanto si legge nell’opera stessa: gli occhi di ogni singola esperienza individuale fanno sì che il discorso con l’arte e sull’arte sia diverso e altrettanto valido, anche qualora sia infecondo. 

In conclusione, il carattere introspettivo della creazione e la sua controparte dialogica di confronto con l’opera sono entrambi inclusi nella parola arte che diventa veicolo e campo di negoziazione di significati e pertanto potente strumento di cura ed elaborazione.

Lasciateci per favore una parola o un’immagine che esprima il vostro “sentimento dell’arte”.

Enrica Leydi

Milanese di nascita, ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne presso l'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Sta attualmente completando il corso di laurea magistrale in Italianistica, sempre presso la medesima università emiliana. Collabora con ISTUD da aprile 2021 in qualità di coordinatrice della rivista «Cronache di Sanità e Medicina Narrativa».

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. nicoletta

    benessere

  2. Rosanna Zanini

    Sto scrivendo un libro sull’arte posso citare parti del tuo testo, logicamente con le note sitografiche ?

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.