Promozione culturale, narrazione e ascolto: ‘Sul Sentiero di Cicely Saunders’ e ‘SIMeN’ – di Francesca Bracco

Laureata in “Letteratura cristiana antica”, Francesca Bracco è oggi una Copywriter professionista. Si interessa di Medicina Narrativa e ha ottenuto la certificazione di Facilitatore di laboratorio di Medicina Narrativa – livello avanzato – ed è entrata a far parte anche della rete europea di Medicina Narrativa, iscrivendomi ad EUNAMES come membro attivo, Medical Humanities Scholar and Expert in Palliative Cares. Il suo interesse profondo per il prendersi cura (sviluppato in anni di volontariato in ospedale e poi in un lungo, intenso passaggio in Hospice) si unisce alla sua passione per la scritturale libro L’undicesima stanza, edito da Effatà Editrice, 201. Da agosto 2022 mi occupa del sito web dell’Associazione di Promozione Culturale “Sul sentiero di Cicely Saunders” APS.


Sono onorata di potervi raccontare, accanto a illustri esponenti della Medicina Narrativa e delle Health Humanities del mondo, il mio percorso all’interno di due Associazioni a me entrambe molto care: “Sul Sentiero di Cicely Saunders APS”, dedita alla promozione culturale delle Cure palliative in Italia, e SIMeN, la Società Italiana di Medicina Narrativa.

Ciò che le accomuna è la cura della persona a 360 gradi attraverso competenze relazionali e comunicative: la finalità di farsi strumento di promozione culturale e scientifica si sposa con un attento uso delle parole e di quelle tecniche di ascolto attivo, di empatia e di narrazione che caratterizzano la Medicina Narrativa. Il valore aggiunto e prezioso come oro è, in entrambe, la presenza di una comunità in cammino, fatta di professionisti che sono al contempo amici, in quel senso profondo che parla di un legame affettivo nutrito di interessi comuni, di finalità di bene e di promozione del benessere nella società attraverso la cultura.

La passione per la dottoressa Cicely Saunders, da tempo mio faro di luce nell’accostarmi ai malati terminali e ai loro familiari, ha trovato un fuoco che la rende sempre più viva grazie all’incontro con i palliativisti del “Sentiero”: un gruppo amicale e animato da ideali affascinanti, di cui ho l’onore di essere divenuta voce narrante, con il fine di far conoscere maggiormente, in Italia, la figura di Cicely, il suo operato e i suoi valori tutt’ora attuali grazie, prevalentemente, alla narrazione. Che si declini in articoli, recensioni di libri, ritratti di professionisti, loro punti di vista su argomenti di attualità o si traduca in webinar, dove ai relatori invitati, tra cui anche testimoni autorevoli come il fratello minore di Cicely, Christopher Saunders, si uniscono interviste narrative a vari operatori, come ad esempio gli infermieri, manteniamo sempre uno stile semplice e chiaro, perché attraverso la scelta del linguaggio e delle immagini si arrivi a tutti e ci si possa veramente fare strumento di conoscenza e approfondimento di questa delicata e complessa disciplina per il bene della comunità. Curiosamente, per quanto mi riguarda, la magia di questo incontro è avvenuta proprio grazie allo strumento dell’intervista narrativa e al progetto di un libro che è in cantiere e si sta concretizzando. L’Associazione sta crescendo molti progetti e sogni, tra cui anche la collaborazione con il biografo di Cicely, prof. David Clark, già iniziata e ricca di contenuti.

Per quanto riguarda, poi, SIMeN, non posso che esordire dicendo quanto mi senta legata ad essa e ai suoi membri, peraltro raddoppiati in questo ultimo anno a testimonianza di quanto sia capace di affascinare le persone per contenuti, metodologie e proposte formativo-culturali di altissimo livello. Mi iscrissi alla Società Italiana di Medicina Narrativa dopo aver mosso i primi passi nel campo con Istud e il suo Master (un’emozione nel cuore, questo primo Master, e un tempo di qualità di cui mi sento sempre grata): in tempo di pandemia, SIMeN ha rappresentato per me un’isola di autentico benessere, quando frequentai entrambi i “Corsi per Facilitatori di Laboratorio” (base e avanzato), imparando tanto sul piano teorico e pratico e conoscendo, seppur virtualmente, molti compagni di strada, cui mi lega un sincero affetto. Divenuti, lo scorso anno, componenti di un Albo ufficiale a disposizione di chi ne abbia bisogno in Italia, recentemente alcuni di loro si sono incontrati in una tre giorni esperienziale e amicale: con molto dispiacere, non ho potuto partecipare, ma so che è stato un incontro profondamente fruttuoso, sul piano progettuale e sul piano personale.

Le iniziative che essa propone sono, dunque, tante e tutte di valore; ne ricordo qualcuna: il ciclo di conferenze “R-esistere”, che riprende il nome del significativo progetto di raccolta di storie in tempo di pandemia, divenute ora un appuntamento fisso per chi vuole approfondire tematiche vive e interessanti con relatori ospiti sempre stimolanti; il primo “Forum nazionale” a settembre scorso, dove la Medicina narrativa si è incontrata con le Istituzioni per ragionare sul suo uso nella pratica clinica, nei percorsi accademici e nella ricerca: da poco è partito un progetto pilota in Piemonte…

E poi come non menzionare l’ultima, interessantissima proposta del Premio SIMeN – Tesi in Medicina narrativa, rivolto agli studenti delle Lauree triennali e magistrali, di qualunque disciplina, realizzate tra il 2019 e il 2022? Un modo concreto e generoso di valorizzare progetti di eccellenza e contributi significativi nel campo, appunto, della Medicina narrativa.

Il mio più grande desiderio è che questa comunità narrativa, italiana e internazionale, si senta sempre unita da un vincolo affettivo e fraterno e da uno spirito di collaborazione, ritenendoli base essenziale per una crescita in conoscenza e in benessere diffuso a beneficio di tutti.

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