“SONO DIVENTATA MADRE” A CURA DI ALESSANDRA CECCONELLO

UN RACCONTO AUTENTICO DI TRASFORMAZIONE

In Sono diventata madre, Alessandra Cecconello ci consegna un’opera intensa e profonda, a metà tra il saggio personale e la riflessione esistenziale, in cui la maternità viene esplorata non come ruolo, ma come trasformazione radicale dell’identità. È un libro che colpisce per onestà, lucidità e tenerezza, capace di parlare non solo a chi ha vissuto l’esperienza materna, ma a chiunque sia interessato ai passaggi cruciali dell’essere umano: nascere, diventare, cambiare.

Il testo si muove su più livelli: quello autobiografico, in cui l’autrice racconta la propria esperienza di maternità; quello simbolico, dove si interroga sul senso profondo dell’essere madre; e quello relazionale, in cui entra in dialogo con le generazioni precedenti – in particolare con la figura della madre – e con il bambino che nasce. La scrittura è intima ma mai autoreferenziale, poetica senza essere decorativa, semplice nella forma ma densa di significato.

Il titolo, Sono diventata madre, è già una dichiarazione d’intenti. Non “sono madre”, ma “sono diventata”: un verbo che indica processo, cambiamento, cammino. La maternità non è qui descritta come qualcosa che semplicemente accade, ma come una soglia che si attraversa, spesso con dolore, sempre con consapevolezza. Cecconello non nasconde la fatica, la confusione, la perdita di punti di riferimento. E proprio per questo la sua narrazione risulta autentica e toccante.

Uno dei punti più forti del libro è il modo in cui l’autrice racconta il proprio corpo. Il corpo materno viene descritto nel suo farsi “altro da sé”, nel suo dilatarsi, nel suo accogliere, ma anche nel suo cedere, faticare, confondersi. Non c’è idealizzazione, ma rispetto: per ciò che cambia, per ciò che si rompe e si ricompone. È un corpo vivo, esposto, che parla, che sente, che insegna. La narrazione corporea diventa così un atto politico e poetico insieme: ridare voce a un’esperienza troppo spesso banalizzata o ignorata.

Il rapporto con la madre è un altro asse portante del libro. Attraverso ricordi, dialoghi immaginati, riflessioni dolorose e affettuose, Alessandra Cecconello costruisce un confronto profondo con la figura materna che l’ha preceduta. Nel diventare madre, si torna figlie. Si riaprono antiche domande, si cercano conferme, si riscoprono gesti, parole, silenzi. Questo movimento a spirale tra generazioni è uno degli aspetti più commoventi del libro: la maternità come occasione di riconnessione con le proprie radici, ma anche di distinzione, di rinascita autonoma.

Il linguaggio usato è sempre misurato, capace di restituire la complessità con pochi tratti. Cecconello non cerca l’effetto, ma la verità. E proprio nella sobrietà del tono risiede la sua forza: ogni parola sembra necessaria, ogni frase ha il peso giusto. La scrittura diventa così uno spazio di rielaborazione, uno strumento di consapevolezza, un gesto di cura.

Non mancano riflessioni sull’isolamento, sulla mancanza di supporto sociale, sulla difficoltà di trovare spazi reali per condividere l’esperienza materna senza giudizio o idealizzazione. Il libro denuncia in modo pacato ma fermo la solitudine spesso vissuta dalle madri, le aspettative irrealistiche, la retorica del “tutto naturale” che grava su chi si trova ad affrontare notti insonni, cambiamenti identitari, sensi di colpa e responsabilità profonde. È anche un invito a restituire senso e dignità alla maternità nella nostra cultura, a parlarne di più, meglio, con più umanità.

Il bambino, presenza costante e crescente nel testo, non è mai oggetto, ma soggetto di relazione. Attraverso piccoli gesti, sguardi, sensazioni, l’autrice mostra come quel legame primordiale si costruisca giorno dopo giorno. Non come fusione totale, ma come ascolto reciproco. La maternità, in questa visione, non è sacrificio cieco, ma alleanza fragile e potente.

A tratti il libro assume quasi il tono di una preghiera laica, un inno sommesso alla vita che nasce e a quella che cambia. Ma è anche un diario di resistenza, di resilienza, di libertà. Alessandra Cecconello non offre risposte semplici, ma pone domande vere. E in questo consiste la forza del suo saggio: nella capacità di tenere insieme luce e ombra, gioia e fatica, meraviglia e dubbio.

In conclusione, Sono diventata madre è un libro necessario. Non solo per chi è madre, ma per chiunque voglia comprendere, con sguardo empatico e non giudicante, cosa significhi attraversare una delle trasformazioni più profonde dell’esistenza umana. È un testo che parla piano, ma resta dentro. Come un seme che germoglia. Come una voce che finalmente trova casa.


Il libro in versione integrale nel PDF allegato ↓

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.