Sette messaggi essenziali per il tempo del coronavirus

Il Natural Semantic Metalanguage (o Metalingua Semantica Naturale), una scoperta australiana della Prof. Anna Wierzbicka e del prof. Cliff Goddard, si basa sulla prova empirica che ci sono sessantacinque concetti semplici – i numeri primi, o atomi di significato – che possono essere espressi in tutte le lingue del mondo. Pronunciamo rapidamente alcuni di questi atomi semantici che sono presenti in tutto il mondo:

prima, ora, momento, dopo, sentire (emotivo), pensare, dire, fare, conoscere, succedere, ascoltare, vederetoccare, volere, non volere, bene (buono), male (cattivo), cose, corpo, tu, io, gente, mio, qualcuno, gentile, può, forse, se, dentro, come, più, grande, piccolo, vivere e morire.

Personalmente, trovo che il fatto che queste parole siano vive in tutti i linguaggi parlati mi dia un senso d’appartenenza, non meramente a un gruppo di persone, ma all’intero genere umano; allo stesso tempo, mi dona un senso di spiritualità politica, grazie al quale divento, in qualche modo, cittadina del mondo. Anche se stiamo vivendo i tempi che preannunciano la de-globalizzazione, non per questo vogliamo rinunciare all’internazionalità.

Questi atomi di significato sono chiamati universali e quindi non subiscono la “violenza” dell’essere tradotti nelle altre lingue: esistono semplicemente in italiano, come in inglese, in cinese, in swahili, in hindi, in russo, e così via.

La loro bellezza è che componendo frasi usando questi universali – e includendo anche qualche parola locale – queste arrivano direttamente all’essenza dell’essere comprensibili e in parole semplici, chiare: quasi come un protolinguaggio, veicolano il messaggio senza sovrastrutture.

È per questo che, ai tempi del COVID-19, ho lanciato un SOS ai linguisti per capire come gestire, dal punto di vista linguistico, il virus e come – si era appena agli inizi del lock down – una possibile campagna di comunicazione, un’alfabetizzazione sulla salute, che potesse essere tradotta in tutte le lingue del mondo. Era per l’Italia allora, ma ora, mentre sto scrivendo queste righe vale per la terra intera.

Sono arrivati in soccorso dall’Australian National University i sette messaggi che la professoressa Anna Wierzbicka ha elaborato per noi e per tutti. Semplici, senza veli: se sto a casa facendo così che gli altri non muoiano io divento una persona migliore.

Messaggio essenziale 1

È un bene per tutti noi pensare ogni giorno in questo modo:

Questa volta non è come le altre volte.

A molte persone stanno succedendo cose molto brutte.

Cose molto brutte stanno accadendo al corpo di molte persone a causa del coronavirus,

molte persone stanno morendo a causa di questo.

Altre persone possono morire se faccio alcune cose ora come ho sempre fatto. Non voglio questo.

Per questo sarà un bene se potrò stare a casa tutto il tempo.

Se dovrò stare fuori casa per un po’ di tempo, penserò sempre così:

Non voglio stare vicino ad altre persone; non voglio essere così vicino a qualcuno da poterlo toccare,

Non voglio stare così vicino a qualcuno da poter respirare la stessa aria.

Messaggio essenziale 2

È un bene per tutti noi se pensiamo ogni giorno in questo modo:

Questa volta non è come le altre volte.

A molte persone stanno succedendo cose molto brutte.

Molte persone sentono qualcosa di molto molto brutto.

Io posso fare delle cose buone per alcune di queste persone; voglio fare qualcosa di buono per loro.

Voglio sapere cosa posso fare; voglio pensarci oggi; voglio fare qualcosa oggi.

Messaggio essenziale 3

È un bene per tutti noi se pensiamo ogni giorno in questo modo:

Questa volta non è come le altre volte.

Durante questo tempo molte persone non possono stare con altre persone come facevo prima.

Non possono parlare con altre persone come prima; sentono qualcosa di molto brutto a causa di questo.

Conosco alcune di queste persone. Voglio che queste persone sappiano che sto pensando a loro.

Voglio che sappiano che voglio che non accadano loro cose brutte.

Voglio fare qualcosa per questo.

Forse posso scrivere loro, forse posso chiamarli, qualcosa del genere.

Voglio fare qualcosa oggi.

Messaggio essenziale 4

È un bene per tutti noi se pensiamo ogni giorno in questo modo:

Questa volta non è come le altre volte.

In questo periodo possono succedermi cose molto brutte, non come in altri momenti.

Allo stesso tempo, posso fare delle cose molto buone in questo periodo, non come in altri momenti.

Posso leggere buoni libri, posso ascoltare buona musica, posso scrivere qualcosa ogni giorno su questa giornata.

Posso fare molte cose “buone per l’anima”, non come in altri momenti.

Se prego, posso pregare di più; se non prego, posso fare qualcosa di simile.

Voglio fare queste cose. Voglio fare queste cose oggi.

Messaggio essenziale 5

È un bene per tutti noi se pensiamo ogni giorno in questo modo:

Questa volta non è come le altre volte.

Non voglio pensarci in questo modo:

“Stanno succedendo cose molto brutte adesso, non può succedere niente di buono a causa di questo”.

Voglio pensare in questo modo:

Posso fare delle cose molto buone in questo periodo, non come in altri momenti.

Se faccio queste cose, dopo questo brutto momento posso non essere più come prima:

Posso conoscere meglio alcune persone, posso amare di più alcune persone.

Voglio questo.

Messaggio essenziale 6

È un bene per tutti noi se pensiamo ogni giorno in questo modo:

Questa volta non è come le altre volte.

Non posso vivere in questo tempo come vivevo prima.

Allo stesso tempo, posso pensare a molte altre cose, non come prima.

Posso pensare di più a cose come questa:

Perché vivo sulla terra? Per cosa vivo? Come posso vivere se voglio vivere bene?

Se so che morirò presto, cosa voglio fare prima di morire?

Se penso di più a queste cose adesso, dopo questo brutto momento posso vivere non come prima.

Allora posso vivere in un altro modo, posso vivere meglio.

Voglio questo.

Messaggio essenziale 7

È un bene per tutti noi se pensiamo ogni giorno in questo modo:

Questa volta non è come le altre volte.

Non possiamo vivere in questo tempo come vivevamo prima.

Allo stesso tempo, possiamo pensare ad alcune cose ora, non come prima.

Possiamo pensare a cose come questa:

“Viviamo tutti con altre persone, nessuno di noi è come un’isola.

Come possiamo vivere bene con gli altri?”

Se pensiamo di più a queste cose adesso, dopo questo brutto momento possiamo vivere con altre persone

non come prima; possiamo vivere meglio.

Noi vogliamo questo.

Maria Giulia Marini

Epidemiologa e counselor - Direttore Scientifico e dell'Innovazione dell'Area Sanità e Salute di Fondazione Istud. 30 anni di esperienza professionale nel settore Health Care. Studi classici e Art Therapist Coach, specialità in Farmacologia, laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Ha sviluppato i primi anni della sua carriera presso aziende multinazionali in contesti internazionali, ha lavorato nella ricerca medica e successivamente si è occupata di consulenza organizzativa e sociale e formazione nell’Health Care. Fa parte del Board della Società Italiana di Medicina Narrativa, Insegna all'Università La Sapienza a Roma, Medicina narrativa e insegna Medical Humanities in diverse università nazionali e internazionali. Ha messo a punto una metodologia innovativa e scientifica per effettuare la medicina narrativa. Nel 2016 è Revisore per la World Health Organization per i metodi narrativi nella Sanità Pubblica. E’ autore del volume “Narrative medicine: Bridging the gap between Evidence Based care and Medical Humanities” per Springer, di "The languages of care in narrative medicine" nel 2018 e di pubblicazioni internazionali sulla Medicina Narrativa. Ha pubblicato nel 2020 la voce Medicina Narrativa per l'Enciclopedia Treccani e la voce Empatia nel capitolo Neuroscienze per la Treccani. E' presidente dal 2020 di EUNAMES- European Narrative Medicine Society. E’ conferenziere in diversi contesti nazionali e internazionali accademici e istituzionali.

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