UNA PAROLA IN QUATTROCENTO PAROLE – SELF-CARE

Il self-care è un concetto relativamente nuovo che ha ottenuto una sempre più notevole popolarità negli ultimi anni. Questo riflette una crescente  e diffusa consapevolezza dell’importanza di prendersi cura del proprio benessere in tutte le sue declinazioni. 

Di per sé, l’espressione self-care – traducibile in italiano con “cura di sé” – è chiaramente un prestito dalla lingua inglese. Ma questo non significa che non si possa ragionare sull’etimologia delle due parole che la compongono. 

Etimologia

La parola self usata nell’inglese moderno si pensa derivi dal protogermanico *selbaz (in grammatica storica l’uso dell’asterisco associato a uno specifico termine indica che quest’ultimo non è attestato nelle fonti ma viene ricostruito dai linguisti). Da *selbaz si è passati in inglese antico a self che poi è rimasto invariato anche nell’inglese moderno. Nonostante le antiche radici germaniche il significato del termine è rimasto relativamente costante nel corso della storia della lingua inglese. Nel nostro caso self enfatizza intrinsecamente l’aspetto individuale e personale della cura.

Care deriva dall’antico inglese caru, cearu (“dolore, ansia, lutto”, anche “preoccupazione”) che a sua volta risale dal protogermanico *karō (“lamento, dolore”). Poi la parola care si è evoluta fino a comprendere l’idea di provvedere, proteggere o occuparsi di qualcuno o qualcosa con affetto e attenzione. La prima attestazione in questo senso risale al XV secolo.

Il primo uso noto dell’unione delle due parole risale invece alla metà del Cinquecento. Secondo l’Oxford English Dictionary infatti la prima testimonianza dell’espressione self-care risale al 1567, negli scritti del poeta e traduttore George Turberville.

Significato

Se uniamo due parole fondamentali della lingua inglese come self e care l’espressione che ne risulta assume un significato interessante, in quanto incapsula l’idea che gli individui hanno una responsabilità forte verso se stessi, non solo per quanto riguarda la salute fisica, ma anche nel mantenimento di un benessere che dev’essere anche emotivo e mentale. Riflette la consapevolezza che dovremmo preoccuparci della nostra salute e della nostra felicità tanto quanto ci preoccupiamo di quelle del nostro prossimo.

È significativo che in italiano non ci sia una parola unica per indicare questo concetto ma sia necessario usare una espressione composta, per di più importata da un’altra lingua. Questo testimonia quanto il self-care debba ancora realmente entrare nella nostra cultura ed essere pienamente accettato. Troppo spesso infatti si tende a vedere nella cura di sé una manifestazione di egoismo dimenticando invece che prendersi del tempo per sé stessi non fa bene solo a noi ma è anche essenziale per nutrire la nostra capacità di prenderci cura degli altri in modo efficace.

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