Una parola in quattrocento parole: secolo

La parola secolo deriva dal latino saeculum che aveva significato di generazione, lungo spazio di tempo, periodo di cent’anni. Il suo significato odierno è anche influenzato dal senso cristiano di vita o mondo terreno, in opposizione alla vita celeste eterna. Quest’ultimo uso è modellato dal greco αἰών, calco a sua volta dell’ebraico.

Propriamente definisce un periodo di cento anni, ma spesso è usato per indicare un periodo di tempo lungo. È il caso di periodi storici ampi di cui non si coglie tanto la durata precisa quanto il fenomeno, l’avvenimento, il personaggio che più lo caratterizzano. Così si può dire il secolo dei lumi o il secolo di Napoleone. D’uso comune sono poi espressioni paradossali quali secolo breve (di solito il Novecento) o secolo lungo (di norma l’Ottocento), a indicare periodi caratterizzati da una certa coesione interna o considerati da una precisa prospettiva storica.

L’uso traslato della parola secolo, sotto l’influsso dell’uso del latino cristiano, definisce anche il tempo attuale, in quanto stato di vita, la vita stessa, o il mondo in cui la vita si svolge, in contrapposizione o alla morte o alla vita futura. Mentre in abito propriamente religioso ricorre l’espressione “al secolo” per definire la vita di un religioso prima della presa dei voti.

Il serpente presso molte popolazioni antiche è simbolo del tempo, della vita e della salute, soprattutto nell’iconografia dell’uroboro, ossia del serpente che si morde la coda. Presso i Greci poi il simbolo della medicina e della farmacia era il bastone di Asclepio, con un solo serpente, o il caduceo, il bastone alato di Ermes con due serpenti intrecciati sopra.

Tale accostamento iconologico non ha legami storici o logici, ma è certo suggestivo per avviare una riflessione sul tempo, la vita e la medicina. La medicina d’oggi con il massiccio uso della tecnologia, minimizza il tempo della cura (annullando quasi del tutto quello della convalescenza assistita) e allunga quanto più possibile la vita del paziente. 

Sembra quasi che la medicina che corra verso l’obbiettivo di curare il più velocemente possibile, ma questo mal si accorda con le necessità del corpo e della mente di adattarsi ai vari stati della malattia, della guarigione e della ritrovata salute. Il tempo è componente fondamentale del processo.

Così come il tempo è necessario nel processo di cura individuale, così servono secoli perché tecniche e pratiche mediche si sviluppino e affermino. E anche queste tra l’altro sono legate all’idea che le varie comunità e culture hanno di salute.

Enrica Leydi

Milanese di nascita, ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne presso l'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Sta attualmente completando il corso di laurea magistrale in Italianistica, sempre presso la medesima università emiliana. Collabora con ISTUD da aprile 2021 in qualità di coordinatrice della rivista «Cronache di Sanità e Medicina Narrativa».

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