Perché una scienza sulla medicina narrativa in un mondo scientifico basato sulle evidenze

Il  paradigma  più comune della medicina narrativa è che questa disciplina serve a sviluppare quelle competenze narrative che portano alla costruzione di relazioni empatiche con i pazienti.

Vero, ma c’è un’altra ragione, forse meno conosciuta, per usare la medicina narrativa.

Partiamo dal metodo scientifico, che consideriamo oggi il sistema con cui si costruiscono le evidenze di salute migliori:  eppure vi sono grandi limiti. La scienza procede tendendo in considerazione la teoria di Karl Popper che ci dice: è probabile che qualcosa sia vero fino a quando non viene falsificato. Questo è il pilastro degli studi clinici; cioè, l’ipotesi nulla – a meno che l’evidenza non mostri diversamente, il punto di partenza è che non vi è alcuna differenza tra il placebo e il farmaco attivo. Sconfiggere l’ipotesi nulla diventa la base del disegno sperimentale. e quindi della Medicina Basata sulle Evidenze.

In realtà, condurre studi clinici è molto più complesso di quanto suggerisce Popper: è quasi impossibile evitare che nei processi fisiologici, biologici, patologici, psicologici e sociali, secondo un modello olistico, possa essere applicata l’ipotesi nulla e la sua falsificazione, perché sono talmente tante le variabili in gioco che i dati che emergono, anche se statisticamente significativi, sono pieni di fattori di confondimento.

Anche nelle relazioni causa-effetto, la scienza spesso semplifica eccessivamente l’accettazione o il rifiuto delle relazioni causali: localizzando l’efficacia terapeutica di un trattamento o il potere causale dei fattori di rischio, i ricercatori fanno numerose ipotesi su quelli che si qualificano come agenti causali plausibili. Nella scienza prevale lo studio sulla “catena corta”, ovvero “fumo” fattore di rischio  e “tumore al polmone”, piuttosto che l’attenzione alla “catena lunga” ovvero “tristezza-fumo-tumore al polmone” o ancora più lunga “perdita-tristezza-fumo-tumore al polmone”.  È attraverso la narrativa che si coglie la “catena lunga” e quindi ci si avvicina alla verosimiglianza e si supera il riduzionismo dell’attuale metodo medico scientifico. E dunque  non solo utilizziamo il metodo narrativo perché vogliamo essere più empatici, ma anche più vicini al vero nella ricerca, nella pratica clinica, e nella formazione.

I Numeri sono i figli e le Narrazioni le figlie della scienza e della cura. Il maschile e il femminile, lo Ying e lo Yang. Di studiare, vivere e usare in modo integrato.

Di come la medicina narrativa si integra e completa la medicina basata sulle evidenze parleremo al workshop intensivo “Scienza e tecnologia di Sanità e Medicina Narrativa”, che si terrà a Baveno dal 10 al 12 ottobre. 

Maria Giulia Marini

Epidemiologa e counselor - Direttore Scientifico e dell'Innovazione dell'Area Sanità e Salute di Fondazione Istud. 30 anni di esperienza professionale nel settore Health Care. Studi classici e Art Therapist Coach, specialità in Farmacologia, laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Ha sviluppato i primi anni della sua carriera presso aziende multinazionali in contesti internazionali, ha lavorato nella ricerca medica e successivamente si è occupata di consulenza organizzativa e sociale e formazione nell’Health Care. Fa parte del Board della Società Italiana di Medicina Narrativa, Insegna all'Università La Sapienza a Roma, Medicina narrativa e insegna Medical Humanities in diverse università nazionali e internazionali. Ha messo a punto una metodologia innovativa e scientifica per effettuare la medicina narrativa. Nel 2016 è Revisore per la World Health Organization per i metodi narrativi nella Sanità Pubblica. E’ autore del volume “Narrative medicine: Bridging the gap between Evidence Based care and Medical Humanities” per Springer, di "The languages of care in narrative medicine" nel 2018 e di pubblicazioni internazionali sulla Medicina Narrativa. Ha pubblicato nel 2020 la voce Medicina Narrativa per l'Enciclopedia Treccani e la voce Empatia nel capitolo Neuroscienze per la Treccani. E' presidente dal 2020 di EUNAMES- European Narrative Medicine Society. E’ conferenziere in diversi contesti nazionali e internazionali accademici e istituzionali.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.