L’incontro tra eterni studiosi – la riflessione di Francesca Bracco

Tra il 19 e il 21 maggio si è svolto a Porto (Portogallo) il simposio “Humanism in Surgery”. L’ultimo giorno è stato dedicato al Congresso della Società Europea di Medicina Narrativa (EUNAMES). Siamo lieti di pubblicare alcuni degli interventi e delle diapositive dei partecipanti.

Francesca Bracco, Italia.


La bellezza dell’incontro tra “eterni studiosi” provenienti da svariati paesi dell’Europa,
uniti dalla passione per la Medicina Narrativa e per le Health Humanities
e dalla convinzione che l’approccio umanistico non è un “surplus”,
ma un fondamento imprescindibile della Cura:
ecco ciò che conservo in me dopo aver assistito a distanza al primo Congresso di Eunames, con meraviglia e gratitudine.

In una interessante tre giorni promossa dall’Institute for Research and Innovation in Health, dell’Università di Porto, in collaborazione con l’organizzazione internazionale “The Doctor as a Humanist “, l’ultima giornata è stata riservata alla Società Europea di Medicina Narrativa: un contesto molto significativo, visto che l’argomento del Simposio era “Humanism in Surgery”, “Umanesimo in Chirurgia”; una contaminazione promettente ed estremamente attuale, giunta già alla sesta edizione, tra Medicina basata sulle Evidenze e Medicina basata sulla Narrazione.

Posto che l’intero Convegno è stato animato da Professionisti di riconosciuta competenza clinica ed è stato molto partecipato anche da studenti interessati a quest’argomento spesso ritenuto accessorio nel tradizionale corso di studi in Medicina, ciò che mi ha scaldato il cuore nella “nostra” giornata di sabato 21 maggio scorso è stato ritrovare, all’interno di un Congresso scientifico, un consesso amicale e familiare, che in modo sentito e profondo ha evidenziato le connessioni che animano la rete europea di Narrative Based Medicine e Medical Humanities. Una “rete sempre in fieri” nata da poco, ufficialmente nel 2020, da un’idea concordata con SIMEN, la Società Italiana di Medicina Narrativa.

Sabato 21, La Presidente di EUNAMES Maria Giulia Marini, frizzante e competente, ha introdotto i temi della giornata, illustrando le ragioni fondanti di Eunames, i suoi progressi nel campo della Medicina Narrativa Applicata e presentando i vari relatori, alternandosi a Susana Magalhāes, dai modi gentili e accoglienti, e a Jonathan McFarland, dall’entusiasmo contagioso.

Ad uno ad uno, volti già conosciuti negli attesi incontri mensili – e perciò a me anche piacevolmente familiari – hanno portato ciascuno, rispettando i tempi e la necessità di sintesi per dar voce a tutti, la sua testimonianza sullo stato dell’arte e sui passi compiuti, in un contesto multidisciplinare e veramente aperto al mondo; in una narrativa del “Noi”, in buona sostanza, che ha come pilastri l’inclusione e la ricerca del benessere collettivo ed individuale, sia delle persone che soffrono nel corpo o nella mente, sia degli operatori sanitari. 

Il “sentirsi parte di” un gruppo variegato per competenze, ruoli, età, provenienza e cultura è un valore che non ha pari, perché genera un senso di affiliazione che fa stare bene e apre gli orizzonti della mente e del cuore. 

Dopo la relazione di Niels Fietje, portavoce della World Health Organization (WHO), che ha sottolineato il mandato che l’Europa affida alle Health Humanities, cioè una narrazione efficace con competenze parimenti cliniche e narrative misurabili, si sono susseguiti interventi di alto profilo, tra cui ne ricordo alcuni con particolare piacere: Ourania Varsou, dell’Università di Glasgow, professoressa di Anatomia capace di applicarla alla poesia, nel suo inglese melodioso e suadente; Marco Cordero, cardiologo dell’Ospedale universitario di Barcellona, impegnato con passione a costruire nuovi percorsi narrativi nel suo ambito clinico; e Nicoletta Suter, formatrice di altissimo livello e persona splendida, di cui ho con emozione ascoltato la presentazione del progetto di formazione di Facilitatori di laboratorio di Medicina Narrativa (SIMeN): sarà che anch’io ho partecipato a questi corsi fino al livello avanzato, ma osservare un progetto italiano così significativo spiegato ad una platea europea… che bellezza, e che senso di appartenenza ho provato!

Che dire, poi, dell’autorevolezza di John Launer, dell’University College di Londra? Il suo essere umile, pur nella sua grandezza maturata nell’esperienza, nello studio e nella ricerca, è davvero un esempio autentico dello stile di collaborazione e reciprocità che anima la rete ricca di idee e di stimoli della Medicina Narrativa Europea. 

Non meno affascinante la relazione di Professor June Boyce-Tillman, musicologa della University of Winchester (UK), personalità spiccata e coinvolgente nel suo suonare antichi strumenti e nel testimoniare l’importanza dell’Arteterapia: musica e canto, nel suo caso, spiritualità e narrazione, declinati secondo lo stile sorridente e inconfondibile che la caratterizza, nel campo pur delicato e drammatico del Fine Vita.

La conclusione di una mattinata così intensa è stata all’insegna della familiarità e della condivisione: alcuni studenti hanno letto un loro breve pensiero, dimostrando freschezza e interesse genuini; gli organizzatori si sono alternati in un saluto individuale e corale, dove traspariva la soddisfazione per un incontro tanto ricco; per finire, una bella foto di gruppo, come si fa quando si è stati bene insieme e ci si sente affiatati. 

Buon cammino, allora, Eunames, arrivederci al prossimo Convegno… passo dopo passo, insieme per una Salute Narrativa che generi benessere a 360 gradi!

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