Una parola in quattrocento parole – Natura

La parola natura deriva dall’omografo latino natura, derivato di natus, participio passato di nasci, che significa “essere generato, nascere, discendere, cominciare”. La parola inizia a diffondersi con la locuzione natura rerum, presto accorciato in solo natura, che indicava il carattere e la qualità essenziale di qualcosa.

Per Raymond Williams (1985) questo è il primo dei tre significati fondamentali della parola natura che così si prospettano:

  • la qualità e il carattere essenziale di qualcosa;
  • la forza intrinseca che dirige il mondo o gli esseri umani o entrambi; 
  • il mondo materiale stesso, inteso come comprendente o meno gli esseri umani.

Il secondo significato è quello che spesso viene personificato, elevando la Natura a entità filosofica astratta, alienando la sfera umana fino a generare la deleteria opposizione tra Natura e Cultura. 

Negli ultimi decenni, però, la diffusione dell’idea di ambiente sta riportando l’attenzione del discorso pubblico sul terzo significato della parola natura, ossia sulla materialità del mondo, sfera dell’umano compresa. In queste direzioni olistiche ed omnicomprensive vanno anche riflessioni nel campo della medicina e della salute. Nascono in tale humus culturale programmi come quelli di One Health e Planetary Health.

Il primo è definito dall’OMS come “un approccio integrato e unificante per bilanciare e ottimizzare la salute di persone, animali e ambiente” coinvolgendo dunque “i settori della sanità pubblica, della veterinaria, della salute pubblica e dell’ambiente”. Il suo scopo è quello di “prevenire, prevedere, individuare e rispondere alle minacce sanitarie globali” come “la sicurezza degli alimenti e dell’acqua, la nutrizione, il controllo delle zoonosi […], la gestione dell’inquinamento e la lotta alla resistenza antimicrobica […]” (https://www.who.int/news-room/questions-and-answers/item/one-health). I valori fondamentali del concetto di One Health si riferiscono alla salute pubblica dell’uomo e alla salute degli animali che influenzano la salute dell’uomo.

Planetary Health è definita nel suo manifesto come “il raggiungimento del più alto standard ottenibile di salute, benessere ed equità in tutto il mondo attraverso una giudiziosa attenzione ai sistemi umani – politici, economici e sociali – che plasmano il futuro dell’umanità e ai sistemi naturali della Terra che definiscono i limiti ambientali sicuri entro i quali l’umanità può prosperare. In parole povere, la salute del pianeta è la salute della civiltà umana e lo stato dei sistemi naturali da cui essa dipende” (https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(15)61038-8/fulltext). I valori fondamentali di questo approccio sono la salute delle generazioni umane viventi e future, applicata a individui, comunità e popolazioni. Uno degli obiettivi principali è l’equità nella salute, legata a fattori socioeconomici, regionali e di genere. Inoltre, il concetto di Planetary Health richiede la sostenibilità, che a sua volta si basa sulle risorse naturali e sulla biodiversità.

Sembra proprio che si stia riconoscendo l’intimo legame fra salute e natura, dove tanto la prima quanto la seconda non sono prerogativa dell’umano.

Enrica Leydi

Milanese di nascita, ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne presso l'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Sta attualmente completando il corso di laurea magistrale in Italianistica, sempre presso la medesima università emiliana. Collabora con ISTUD da aprile 2021 in qualità di coordinatrice della rivista «Cronache di Sanità e Medicina Narrativa».

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