Musica e cura: i risultati del sondaggio, bisogno di ricerca narrativa

Eccoci con i primi risultati sul sondaggio della playlist delle dieci musiche preferite da ascoltarsi in caso di Fragilità:

115 risposte, 1115 musiche segnalate da almeno 4 generazioni.

Paesi partecipanti:

Italia, Svizzera, UK, USA, Cile e Israele.

Abbiamo, per comodità, lasciato l’inglese quando presente e tradotto tutte le parole comuni in inglese (da italiano, francese e spagnolo).

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La Prof. June Boyce Tillman ha ragione quando dice che non esiste una “musico terapia” strandardizzabile, data la micro-frammentazione di risposte dei gusti di ascolto dei partecipanti. Pochissimi i raggruppamenti, qualcosa sulla musica classica, -Bach, Mozart, Beethoven, qualcosa sul rock e sul pop, Beatles, Pink Floyd ma la capillarizzazione è estrema. E quindi, in linea con quanto afferma  June Boyce Tillman va contro il gusto individuale una Playlist forzata di musicoterapia, con un sistema di diffusione con altoparlanti nei luoghi di cura. Anzi può produrre fastidio. Abbiamo ricevuto alcune risposte che richiamavano l’importanza del silenzio, oppure di un ascolto passivo e casuale, con un piacere maggiore di emozioni rievocate inaspettatamente.

Però, nel nostro sforzo di trovare delle tracce comuni, eccole le tendenze delle scelte musicali nei temi, i titoli di cui parlano: TUYou, al primo posto come ricorrenza, il TU del legame che diventa soggetto prepoenderante mentre l’IO è citato raramente, come a scomparire (il TU è una parola inclusa nel Metalinguaggio semantico naturale). La seconda parola è Love, Amore, Amour, Amor, anche questa a rinforzare il tema del legame affettivo, passionale, emozionale. Amore non è una parola del metalinguaggio semantico naturale ma la potremmo decostruire nei suoi atomi semantici, in modo un po’ affrettato: Io mi sento bene con te. Tu ti senti bene con me. A prescindere dalla piccolezza o grandezza di questo TU (dall’individuo, al divino).

La terza parola è Life, VITA, questo è già un universale semantico presente in tutte le lingue del mondo.  Vi è  ricorso alla parola VITA e Vivere in caso di fragilità, difficoltà, il voler essere al mondo.

E quindi, a prescindere che da secoli l’amore è tra i temi più cantati, e quindi è tanto facile trovare tante canzoni e brani dedicati all’amore, la parola vita non è così scontata, ed è una forza trascinante che viene chiamata in gioco proprio quando la fragilità – che ci indica a maneggiare con cura sennò ci si rompe,-  irrompe nelle nostre esistenze.

Andremo avanti con il sondaggio nei mesi successivi, ma la cosa più importante è che seguiamo il consiglio di June Boyce Tillman:

a ciascuno dei vostri pazienti chiediamo di portarsi / o non portarsi se non lo desidera / la propria play list nei luoghi di cura. Saranno probabilmente tutte personali e difficilmente intercambiabili.

L’ascolto e la narrazione dei pazienti potrebbero essere uno strumento per capire i gusti musicali individuali, cosicché la musico terapia sia personalizzata e capace di portare benessere.

Maria Giulia Marini e Matteo Nunner

Maria Giulia Marini

Epidemiologa e counselor - Direttore Scientifico e dell'Innovazione dell'Area Sanità e Salute di Fondazione Istud. 30 anni di esperienza professionale nel settore Health Care. Studi classici e Art Therapist Coach, specialità in Farmacologia, laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Ha sviluppato i primi anni della sua carriera presso aziende multinazionali in contesti internazionali, ha lavorato nella ricerca medica e successivamente si è occupata di consulenza organizzativa e sociale e formazione nell’Health Care. Fa parte del Board della Società Italiana di Medicina Narrativa, Insegna all'Università La Sapienza a Roma, Medicina narrativa e insegna Medical Humanities in diverse università nazionali e internazionali. Ha messo a punto una metodologia innovativa e scientifica per effettuare la medicina narrativa. Nel 2016 è Revisore per la World Health Organization per i metodi narrativi nella Sanità Pubblica. E’ autore del volume “Narrative medicine: Bridging the gap between Evidence Based care and Medical Humanities” per Springer, di "The languages of care in narrative medicine" nel 2018 e di pubblicazioni internazionali sulla Medicina Narrativa. Ha pubblicato nel 2020 la voce Medicina Narrativa per l'Enciclopedia Treccani e la voce Empatia nel capitolo Neuroscienze per la Treccani. E' presidente dal 2020 di EUNAMES- European Narrative Medicine Society. E’ conferenziere in diversi contesti nazionali e internazionali accademici e istituzionali.

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