Il magico potere del riordino tra storytelling e Medicina Narrativa

Vladimir Kush - Diary of Discoveries
Vladimir Kush – Diary of Discoveries

La scrittrice giapponese Marie Kondo ha scritto un libro divenuto cult, “Il magico potere del riordino”. L’ho letto e messo in atto personalmente, senza riuscire a completare tutti gli insegnamenti. Però mi è servito: in buona sostanza, bisogna ispezionare stanza per stanza, cassetto per cassetto, scatola per scatola per capire se le cose contenute sono necessarie o no, e in caso di inutilità devono essere buttate via o date a qualche opera di carità. Kondo consiglia di cancellare dalla rubrica telefonica i nomi delle conoscenze di vecchia data, ma non quelle importanti, piuttosto quei contatti registrati o quelle persone che, se ci hanno dato piacere in passato, ora ci portano fastidio. Cancellare quei numeri. Io l’ho fatto, dopo un breve rituale funebre di meditazione che mormorava sommesso “Io ti lascio andare”.

Per due mesi ho buttato via, eliminato: per fare cosa? Spazio al nuovo che stava entrando in modo preponderante, ma non aveva sufficiente respiro. Questa era la parte più facile: infatti non è solo un’operazione di capodanno, no, è più complessa. Bisogna ri-ordinare. Fare spazio per mettere in ordine le cose, catalogarle secondo i colori, l’uso, l’affetto, la ragione. Insomma, Kondo ci chiama a fare chiarezza per uscire dalla confusione.

Come mai ho associato lo storytelling e la Medicina Narrativa a Marie Kondo? Perché più vado in giro, a convegni, congressi, e leggo stampa e letteratura, e più sento che c’è bisogno di mettere ordine… Tra storytelling e Medicina Narrativa. Quando spiego che mi occupo di Medicina Narrativa – la raccolta delle narrazioni dei pazienti, dei loro famigliari, dei medici e dei curanti – emerge una grande confusione tra questa e lo storytelling: per molti, “sempre storie sono”.

È vero, sempre storie sono. Allora, applichiamo quanto ci dice Kondo e proviamo a fare un po’ d’ordine: la questione è come queste storie sono costruite, dove sono raccolte, chi le scrive o le racconta.

Nella Medicina Narrativa:

  • Le narrazioni sono vere e sono raccolte nella pratica clinica quotidiana su tutte le patologie possibili, senza distinzione tra le più eclatanti e le meno eclatanti.
  • Le narrazioni sono spesso il frutto di interazione tra pazienti e professionisti.
  • Le narrazioni raccolte non sono un artificio letterario in bella prosa per i lettori e per gli ascoltatori, ma servono per comprendere e curare i pazienti nel loro testo e contesto.
  • Le narrazioni dei curanti sui loro casi clinici sono altrettanto reali, senza artifici letterari, e sono delle riflessioni per capire più in profondità quello che la scrittura di un caso permette, per prendersi cura al meglio della persona assistita.

Questa è, in sintesi, la Medicina Narrativa: prevede quindi poche persone coinvolte, è fatta di dialoghi, ed è densa di realtà.

Nello storytelling:

  • Le storie sono spesso ispirate a storie vere, ma sono poi artefatte.
  • Sono scritte da un solo narratore e in genere rivolte a un grande pubblico.
  • Non vengono raccolte nella pratica clinica, ma appartengono più allo svago e spettacolo.
  • Le Medical Humanities le utilizzano per film, tragedie, commedie, libri, opere d’arte che hanno a che fare con le questioni esistenziali di salute e malattia.
  • In pratica, si tratta di un “cantastorie” o “racconta-storie” che intrattiene un vasto pubblico.

Il confine è sottile: non ci sarebbe il medical storytelling se non ci fosse Medicina Narrativa. Vorrei però mettere ordine nella sequenza: prima viene la Medicina Narrativa, che è una pratica di tutti i giorni, e che si basa sull’intersoggettività di curante e curato, sull’interdipendenza, o l’incontro. Poi viene lo storytelling, che è straordinariamente emozionale ed è la versione letteraria o filmica che uno scrittore o un regista mette in scena, dopo aver letto e ascoltato quanto accaduto a un paziente.

Mi si passi la forzatura dell’analogia, abbandono la medicina per passare alla filosofia: la narrazione attraverso il dialogo era quello che metteva in pratica Socrate per strada ad Atene quando incontrava le persone (non erano malati, ma il principio è molto simile), e storytelling è quello che ci ha tramandato con straordinaria arte di scrittore, oltre che di filosofo, Platone. Socrate era “narrative”, Platone uno “storyteller”.

A voi scegliere quale filosofo vi piace di più, o capire se li state usando entrambi: forse, avete più ordine su quale strada state percorrendo. Socrate, attraverso la maieutica, costruiva una nuova verità – un’alleanza – con le persone con cui dialogava, ed entrambi tornavano a casa con una consapevolezza aumentata, più leggerezza e felicità. Platone scriveva per i posteri, per l’Accademia, voleva un grande pubblico.

È bello fare ordine, non solo nella rubrica, negli armadi e nei libri, tra le fotografie, e magari sui social network, ma anche nelle definizioni e nei nomi, cosa che Marie Kondo trascura. Poi ognuno è libero di scrivere come vuole, per sé stesso o per lo “spettacolo”, o in modo ibrido.

Sarò Linneana, come la Kondo, ma dopo aver fatto ordine, si respira aria più pulita. Lasciamo lo storytelling per organizzare grandi storie a impatto didattico ed emozionale per la campagna sull’uso dei preservativi, sullo stop al fumo, e sul mettersi la cintura di sicurezza. Alla Medicina Narrativa il compito di aiutare i medici, gli infermieri e tutti gli altri professionisti sanitari a curare i pazienti con HIV, gli anziani con bronchiti cronico-ostruttive, e le persone con traumi da incidenti d’auto.

Maria Giulia Marini

Epidemiologa e counselor - Direttore Scientifico e dell'Innovazione dell'Area Sanità e Salute di Fondazione Istud. 30 anni di esperienza professionale nel settore Health Care. Studi classici e Art Therapist Coach, specialità in Farmacologia, laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Ha sviluppato i primi anni della sua carriera presso aziende multinazionali in contesti internazionali, ha lavorato nella ricerca medica e successivamente si è occupata di consulenza organizzativa e sociale e formazione nell’Health Care. Fa parte del Board della Società Italiana di Medicina Narrativa, Insegna all'Università La Sapienza a Roma, Medicina narrativa e insegna Medical Humanities in diverse università nazionali e internazionali. Ha messo a punto una metodologia innovativa e scientifica per effettuare la medicina narrativa. Nel 2016 è Revisore per la World Health Organization per i metodi narrativi nella Sanità Pubblica. E’ autore del volume “Narrative medicine: Bridging the gap between Evidence Based care and Medical Humanities” per Springer, di "The languages of care in narrative medicine" nel 2018 e di pubblicazioni internazionali sulla Medicina Narrativa. Ha pubblicato nel 2020 la voce Medicina Narrativa per l'Enciclopedia Treccani e la voce Empatia nel capitolo Neuroscienze per la Treccani. E' presidente dal 2020 di EUNAMES- European Narrative Medicine Society. E’ conferenziere in diversi contesti nazionali e internazionali accademici e istituzionali.

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