L’importanza della musica durante il distanziamento sociale

In un articolo su The Conversation, David M. Greenberg e Ilanit Gordon evidenziano come uno dei fenomeni più incoraggianti in risposta alle misure di distanziamento sociale imposte con l’emergenza COVID-19 è stato il modo con cui le persone hanno cercato di rimanere in contatto, e questo è accaduto anche attraverso la musica:

At the start of the lockdown in Italy, videos went viral on social media of neighbours singing with each other across their balconies. This trend also happened in Israel, Spain, Iraq, the US, France, Lebanon, India, Germany and other countries. And it wasn’t just balconies. People went to their rooftops, windows, and even online.

I due autori sostengono che il legarsi, l’essere in connessione con altri esseri umani, sia una delle caratteristiche fondamentali della nostra specie. Il bisogno biologico che ci spinge verso altre persone – fenomeno che abbiamo già visto parlando della “fame di pelle” – è evidente nello stress che proviamo se rimaniamo isolati: il nostro cervello sociale ci spinge alla connessione.

Per soddisfarci, però, questa connessione deve essere non solo visiva, ma anche emotiva:

This is where music comes in. We are all familiar with the phrase “music is food for the soul”, but it is also true that “music is food for the brain”.

Quando formiamo legami sociali, quando siamo intimi con altre persone produciamo ossitocina; alcuni studi dimostrano che questo ormone aumenta quando cantiamo, soprattutto con altre persone, mentre altri sostengono che questo avvenga anche con il semplice ascolto della musica:

Music dates back at least 40,000 years in human history. Evolutionary theories about the origins of music are many, but most emphasise its social role. This includes strengthening group cohesion in hunter-gatherer times and as a way of signalling shared values and strength within and between tribal groups.

E a oggi, mentre non siamo ancora usciti dalla situazione di emergenza,

music shows no signs of slowing down, even in forced isolation. Music lies at the very essence of our humanity because it enables the level of social bonding that distinguishes us from other species. From lullabies sung from a parent to their infant, to mass jam sessions online, we can all turn to song to maintain our sanity, our hope, and our empathy toward one another.

Alessandra Fiorencis

Laurea magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzata nel campo dell’antropologia medica, ha condotto attività di formazione a docenti, ingegneri e medici operanti in contesti sia extra-europei che cosiddetti “multiculturali”. Ha partecipato a diversi seminari e conferenze, a livello nazionale e internazionale. Ha lavorato nel campo delle migrazioni e della child protection, focalizzandosi in particolare sulla documentazione delle torture e l’accesso alla protezione internazionale, svolgendo altresì attività di advocacy in ambito sanitario e di ricerca sull’accesso alle cure delle persone migranti irregolari affette da tubercolosi. Presso l’Area Sanità di Fondazione ISTUD si occupa di ricerca, scientific editing e medical writing.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.