Le relazioni alla prova dell’emergenza COVID-19

In un articolo su BBC Future, Yi-Ling Liu fa un denso reportage su come il COVID-19 ha inciso sulle relazioni in Cina durante il lockdown:

The Covid-19 pandemic has reshaped our personal relationships in unprecedented ways, forcing us to live closer together with some people and further apart from others. Life in lockdown has necessitated close, constant contact with our families and partners, but social distancing measures have isolated us from our friends and wider communities.

Non è difficile riconoscersi in queste parole: anche in Italia il distanziamento sociale e il lockdown hanno condizionato il nostro mondo relazionale in modo inaspettato e sostanziale.

La tecnologia ha permesso nuove modalità di incontro e di comunicazione: il sexting, ma anche nuove evoluzioni del dating online. Secondo Helen Fisher, i dati delle piattaforme di dating online suggeriscono che la pandemia da COVID-19 abbia cambiato il processo di corteggiamento. Il lockdown ha influito sulla scelta del partner. Se per decenni i ricercatori hanno provato a capire come noi scegliamo, alcuni hanno ipotizzato il cosiddetto paradosso della scelta: dopo che ci sono offerte circa sei opzioni, andiamo in sovraccarico cognitivo. Altri ricercatori hanno notato che la nostra memoria a breve termine non può abbracciare più di cinque/nove stimoli contemporaneamente. Insomma, davanti a troppe alternative – riassume Fisher – non ne scegliamo nessuna. Inoltre, le persone single sono tornate a modalità più tradizionali e “lente” di corteggiamento:

From the evolutionary perspective, slow love is adaptive — because the human brain is soft-wired to attach to a partner slowly. My brain-scanning colleagues and I have found that men and women who’ve been madly in love for up to 18 months show activity in brain regions associated with intense romantic passion. But our teammate Bianca Acevedo found that those who’ve been in love for two to 12 years and had recently decided to marry showed activity in an additional brain region associated with pair-bonding and attachment in other mammals. In short: romantic love can be triggered rapidly, whereas feelings of deep attachment take time to develop. We were built for slow love — and this pandemic is continuing to draw out this courtship process.

Chi invece era già in coppia, ma senza condividere l’abitazione, si è trovato a reinventare il mondo dell’intimità. Non meno complessa, la situazione delle coppie conviventi. In Cina, il lockdown ha portato a un aumento dei tassi di divorzio. Molte famiglie e coppie hanno dovuto affrontare nuovi problemi, oltre alle tensioni già esistenti: come gestire i bambini, il carico di lavoro domestico, il lavoro di assistenza. Yi-Ling Liu riporta che in Cina le donne si fanno carico di un onere maggiore, stante una situazione di diseguaglianza nella ripartizione del lavoro domestico – e anche questo non sembra differire molto dalla realtà italiana, come riportano in un articolo Daniela Del Boca, Noemi OggeroPaola Profeta, Maria Cristina Rossi, Claudia Villosio

Una conseguenza, di non poco rilievo, delle misure di contenimento dell’emergenza Covid19 riguarda le differenze di genere sul mercato del lavoro e negli equilibri familiari. Le misure di contenimento hanno disposto la chiusura di gran parte delle attività economiche e produttive dei settori non essenziali e la chiusura delle scuole. Mentre recessioni del passato (ad esempio, la crisi del 2008) avevano avuto un impatto negativo sull’occupazione maschile nella industria manifatturiera, ma meno pesante su quella femminile, impiegata in settori meno esposti al ciclo […], il periodo di lockdown ha prodotto conseguenze più simili tra donne e uomini […]. In più, la chiusura delle scuole ha notevolmente aumentato il lavoro domestico e il lavoro di accudimento dei figli piccoli, nonché l’aiuto a quelli più grandi impegnati nell’apprendimento a distanza, creando potenzialmente nuovi equilibri all’interno della famiglia. I nonni, prima ed essenziale risorsa per la cura dei nipoti, sono oggi più a rischio di contagio e quindi essi stessi bisognosi di aiuto. Il nuovo equilibrio dei più pesanti carichi familiari nell’emergenza dipende anche dal settore in cui uomini e donne sono (o erano) impiegati e dal contributo di ciascun componente al lavoro familiare (domestico e di cura dei figli),

mentre un’indagine europea conferma che le misure adottate dai governi per controllare la diffusione del COVID-19 hanno aumentato il divario di genere, in termini di occupazione e di equilibrio tra vita e lavoro e di sicurezza finanziaria: anche in questo caso, a pagarne il prezzo più alto sono le donne.

Spesso, in situazioni di conflitto in famiglia, ci si può rivolgere a relazioni e affetti esterni alla famiglia e chiedere un supporto, ma il distanziamento sociale ha di fatto tagliato questo tipo di legami: legami che sono vitali se il problema all’interno della famiglia e della coppia non è una semplice litigata, ma una questione di violenza, sia essa fisica, sessuale, economica o psicologica. In Italia come in Cina, il lockdown ha portato a un drammatico aumento della violenza di genere all’interno del contesto domestico. Come riportato da Yi-Ling Liu, nella provincia di Hubei (il cuore iniziale dell’epidemia in Cina) i casi di violenza domestica sono triplicati – quelli segnalati, il che fa supporre che ce ne possano essere molti altri. In Italia, nel mese di aprile 2020 è stata condotta l’indagine I centri antiviolenza ai tempi del coronavirus, che ha confermato un aumento dei casi di violenza domestica e di femminicidio.

Alessandra Fiorencis

Laurea magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzata nel campo dell’antropologia medica, ha condotto attività di formazione a docenti, ingegneri e medici operanti in contesti sia extra-europei che cosiddetti “multiculturali”. Ha partecipato a diversi seminari e conferenze, a livello nazionale e internazionale. Ha lavorato nel campo delle migrazioni e della child protection, focalizzandosi in particolare sulla documentazione delle torture e l’accesso alla protezione internazionale, svolgendo altresì attività di advocacy in ambito sanitario e di ricerca sull’accesso alle cure delle persone migranti irregolari affette da tubercolosi. Presso l’Area Sanità di Fondazione ISTUD si occupa di ricerca, scientific editing e medical writing.

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