LE PERSONE CHE CURO…

In questa sezione della nostra indagine narrativa anonima e volontaria abbiamo chiesto a medici, infermieri e professionisti sanitari qual è il rapporto con i loro pazienti. Quelli che trovate elencati di seguito sono alcuni frammenti narrativi che abbiamo selezionato per voi tra tutti quelli che ci sono stati inviati.

Nella nuvola di parole risaltano le parole “gratitudine”, “grate” e “soddisfatte”, come è normale che sia leggendo le testimonianze. La presenza di “difficoltà”, “fragili” e “problemi” ci testimonia però anche qui una situazione quantomeno ambivalente.

Dei 174 partecipanti complessivi alla survey 146 hanno lasciato la loro testimonianza in questa specifica sezione (circa l’83,9% del totale).

LE PERSONE CHE CURO…

FRAMMENTI NARRATIVI DI AGIO SODDISFATTO  (51/146, 34,9%) 

Ecco alcuni esempi:

  • Devo gratitudine a loro perché i pazienti sono sempre maestri.
  • Ognuno di loro è un mondo, unico,fragile e meraviglioso da cui ricevo la dimensione dell’importanza, della tristezza e della bellezza della vita
  •  Faccio i prericoveri per gli interventi. “Sento” che sono contente del mio colloquio. Spesso mi sento dire: come mai nessun medico ci ha mai parlato come lei oggi. Si dispiacciono quando comunico che non sarò io in sala con loro. Credo di fare un buon lavoro, nonostante tutto
  • hanno storie molto diverse fra loro; la mia modalità di cura si esprime soprattutto sotto forma di ascolto, non essendo una figura sanitaria. Percepisco la loro gratitudine.
  • sono contente del servizio che offro e mi sono grate
  • Riconoscono che “il tempo dedicato è tempo di cura”, la condivisione, il confronto, una parola, lo stare accanto. E questo vale non solo per loro ma anche per me, perché è questa la motivazione e il riconoscimento che fa andare avanti ma che sempre di più viene meno
  • Sono bellissime
  • si lasciano accompagnare volentieri, se si sentono guidate bene sono molto collaborative
  • Sono fantastiche! Sono grandi eroine ed eroi che nel quotidiano riescono a mettere in campo enormi risorse psicofisiche per combattere la propria malattia e dare un senso ad ogni nuovo giorno nonostante le difficoltà e spesso una solitudine grave e difficile da accettare
  • Sono il mio fine
  • Hanno tutti nei miei confronti stima ed affetto
  • Sono contente e continuano a dire per fortuna ci siamo noi, siete angeli
  • Sono al centro. Ascolto la loro storia e trovo il modo di entrare in una postura che mi permetta di relazionarmi in modo sartoriale al fine di ottenere un percorso di cura a 360 gradi
  • Sono la mia soddisfazione. Sono sguardi. Sono dei grazie espressi anche con piccoli gesti o lacrime. Oppure nulla ma mi accorgo che va bene anche così

FRAMMENTI NARRATIVI DI AGIO PARZIALE (23/146, 15,7%) 

Ecco alcuni esempi:

  • Capiscono in genere i nostri problemi, ci ringraziano. Non mancano però momenti difficili, vanno gestiti.
  • Vedono che nonostante le difficoltà cerchiamo di soddisfare al meglio i loro bisogni sia fisici che psicologici

FRAMMENTI NARRATIVI AMBIVALENTI (33/146, 22,6%) 

Ecco alcuni esempi:

  • Sono difficili da curare, però se riesci ad agganciare e proseguire nel percorso sono grandi soddisfazioni . Purtroppo non è sempre così, esiste anche la frustrazione
  • Alcune chiedono aiuto, altre mi strumentalizzano per ottenere benefici
  • Sono in grossa difficoltà, non solo per le malattie di cui soffrono (loro ma anche le loro famiglie) ma anche per le incapacità organizzative dei reparti e la burocrazia di cui sono vittime oltre alla mancanza di strutture o di servizi domiciliari di supporto. Quasi sempre hanno nei nostri confronti molta gratitudine, che è poi ciò che ti fa andare avanti.
  •  Vivono situazioni di stress e trauma e faticano a far fronte alla situazione con cui si devono confrontare e adattare. Atteggiamenti di ansia, rifiuto sono comuni e essere vicino alle persone permettendo di esprimere anche le emozioni negative è un compito quotidiano. Molti esprimono gratitudine per ciò che facciamo e questo a me consente di rinforzare la motivazione a fare ciò che faccio, soprattutto quando sento la fatica.
  •  Nonostante tutte le problematiche di carenza sistematica di organico e i casi gravi, lavoro in un reparto complesso di chirurgia oncologica e gastroenterologia ad indirizzo epatopatico con molti letti, penso che i nostri pazienti siano soddisfatti delle nostre cure. Alcuni si accorgono delle nostre difficoltà, dimostrano comprensione e gratitudine. Altri purtroppo no.

FRAMMENTI NARRATIVI DI PARZIALE DISAGIO  (30/146, 20,5%) 

Ecco alcuni esempi:

  • Spesso anche i pazienti sembrano volere solo facili risposte, come se fossero prodotti di un supermercato.
  • Sono persone fragili che non sono adeguatamente sostenute per mancanza di tempo da parte di personale professionale
  • Vorrebbero di più da me io sono impotente e oberata da altri obblighi burocratici ecc ecc
  •  pensano che sia tutta colpa nostra. Molti sono arrabbiati per tutto quello che non riusciamo a fare o a offrire, senza fermarsi a riconoscere quello che diamo. Non tutti, ovviamente
  • È cambiato molto negli anni il terreno di cura su cui si va a lavorare. Aumento di pazienti grandi anziani e/ o con pluricomorbidità. Alte aspettative da parte dell’utenza spesso non adeguate allo stato delle cose. Un senso generale e preconcetto di diffidenza dell’utenza nei confronti del medico. Livello aumentato di maleducazione ed aggressività. Poi ci sono pazienti piacevoli con i quali si instaura un ottimo rapporto,ma sono una minoranza. Succede spesso che tra noi operatori sanitari ci si meravigli piacevolmente davanti ad un’utenza gentile ed educata,quando invece la collaborazione medico/paziente, infermiere/paziente dovrebbe essere la norma.

FRAMMENTI NARRATIVI DI DISAGIO TOTALE  (9/146, 6,2%) 

Ecco alcuni esempi:

  • Sono sempre più fragili e destabilizzate, inserite in contesti di cura che rendono difficili i percorsi spesso basati sulla riduzione dei tempi dedicati alla cura. Lamentano scarsa comunicazione con i curanti, senso di abbandono che minano un sano rapporto volto alla cura.
  • Sono la maggior parte irriconoscenti e pretenziosi
  • Scarseggiano spesso per educazione, spesso sono sgarbate o aggressive

Di seguito vi proponiamo un grafico che sintetizza quanto abbiamo appena visto.

Questa sezione si stacca con evidenza dalle altre che abbiamo analizzato finora. In modo significativo, la categoria che prevale in questa circostanza è quella relativa all’agio soddisfatto. I risultati ottenuti sono coerenti con quelli emersi dal test di Maslach: i pazienti sono spesso percepiti dai professionisti sanitari come l’unico elemento positivo della loro attività. L’amore per la cura dell’altro rappresenta spesso l’unica motivazione che li spinge a perseverare in questa professione, caratterizzata da una crescente complessità gestionale.

La gratitudine espressa dai pazienti si rivela essere un elemento di importanza non secondaria per la soddisfazione generale di medici e infermieri. Risulta estremamente limitato il numero di coloro che segnalano un disagio totale, un aspetto anch’esso di rilievo in questo contesto. Questa constatazione offre uno spaccato significativo dell’ambiente lavorativo nel settore sanitario, sottolineando come la relazione con i pazienti e il senso di gratificazione derivante dal loro benessere possano rappresentare motivazioni fondamentali per gli operatori sanitari.

È interessante notare che, nonostante le sfide e le complessità sempre crescenti legate alla gestione del lavoro in ambito sanitario, l’amore per la cura degli altri emerge come una forza trainante capace di contrastare le difficoltà incontrate quotidianamente. In definitiva, questo studio evidenzia la centralità delle relazioni umane e della gratitudine nell’ambito della soddisfazione professionale nel contesto medico.

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