La Cura e la Bellezza: intervista a Massimo Castoldi, Direttore Sanitario Humanitas Gavazzeni e Castelli, Bergamo

Intervista al Dottor Massimo Castoldi, Direttore Sanitario Humanitas Gavazzeni e Castelli, Bergamo

Come è nato il progetto La Cura e la Bellezza?
Da una sfida e da una felice intuizione: portare la bellezza custodita in Accademia Carrara nei due ospedali Humanitas di Bergamo in un modo innovativo. In passato erano già stati fatti alcuni interessanti progetti artistici, come “Energia della Bellezza”, una collaborazione con l’Atelier dell’Errore, che ancora oggi riveste le pareti del reparto di Radioterapia. Alla base del progetto che abbiamo realizzato nel 2018 c’è la voglia di sperimentare e trovare modi nuovi per esprimere la passione del prendersi cura. Un concetto complesso, che include dimensioni molto tecniche e operative, come le competenze e l’attrezzatura all’avanguardia, ma anche dimensioni molto “delicate”, come la tutela del valore umano di fronte al dolore e alla malattia.

Come è nata la collaborazione con Accademia Carrara?
C’è stata una prima collaborazione da cui è nata la scintilla: l’estate scorsa, un quadro di Mantegna attribuito al pittore – Resurrezione di Cristo – è stato sottoposto a Rx e TC proprio del nostro reparto di Diagnostica per immagini prima di procedere al restauro. Si è trattato di un evento molto emozionante: è stata l’occasione per metterci alla prova su un fronte nuovo, mescolare saperi e lavorare fianco a fianco con i curatori della Pinacoteca. Da lì l’idea: far uscire l’arte dal museo per farla entrare in ospedale.

Fonte: https://www.lacarrarainhumanitas.it/

 

Il fatto che il patrimonio di Accademia Carrara sia costituito soprattutto da Arte Classica ha rappresentato un limite?
No. È stata la condizione da cui siamo partiti per selezionare dettagli di opere d’arte che trasmettano emozioni: volti sorridenti, gesti di cura e di affetto, paesaggi. Personalmente, poi, ritengo che sia più facile la lettura e la risonanza emotiva con l’iconografia classica.
Tutti noi dipendenti e collaboratori di Humanitas Gavazzeni e Castelli abbiamo scelto alcune delle opere più iconiche di questo percorso artistico che volutamente è iniziato nelle zone di passaggio e socialità dell’ospedale, quelle a più alta frequentazione come i bar, la mensa e le sale d’attesa. Abbiamo scelto dipinti che potevano meglio ricostruire un ambiente dalla forte carica emotiva seguendo il filo conduttore della bellezza declinata in molti modi coerenti con l’ospedale che li accoglie. Un esempio è l’immagine simbolo del progetto, San Girolamo e il Leone, evocativa del gesto di cura e forte riferimento a Bergamo, con l’effigie dell’animale che si trova ancora oggi sulle Mura venete di città alta.

Cosa è cambiato dopo l’affissione dei quadri in Humanitas Gavazzeni per i pazienti e per i loro familiari?
I pazienti ci fermano per dirci che i sorrisi dei protagonisti dei quadri trasmettono loro serenità. Anche in momenti cupi, di attesa, di sospensione. Succede inoltre di trovare parenti di pazienti che, durante l’attesa, mappa alla mano (distribuiamo gratuitamente mappe e cartoline artistiche agli ingressi), vanno in cerca delle opere d’arte percorrendo i corridoi degli ospedali e chiedendo indicazioni al personale. Possiamo dire che si sta modificando il modo di vivere l’ospedale. Di certo nessuno si aspetta di trovare 400 metri quadri di bellezza artistica in un luogo deputato alla cura. E nemmeno che si tratti di capolavori di grandi maestri del passato, come Raffaello, Bellini, Lotto, Hayez e Botticelli.

Fonte: https://www.lacarrarainhumanitas.it/

 

Cosa è cambiato dopo l’affissione dei quadri in Humanitas Gavazzeni per voi professionisti sanitari?
Il progetto ci ha dato nuovi orizzonti di confronto e di dialogo. Parlando di arte, imparando nozioni sui quadri scelti, allenando la capacità di interpretare i dipinti, andiamo oltre le divise e i ruoli quotidiani. La bellezza gratuita dell’arte ha rafforzato la voglia di condivisione.

Quali altre iniziative volete intraprendere per continuare a sperimentare l’arte come linguaggio di cura?
Siamo all’inizio di un percorso. Vogliamo continuare a far vivere “La Cura e la Bellezza”, non come mostra statica ma come motivo di incontro tra persone e di racconto emozionante, inserendola sempre più nel percorso di cura del paziente.

 

 

 


ura e bellezza - istud e humanitasI Linguaggi della cura

L’8 maggio 2019 Maria Giulia Marini e Luigi Reale hanno partecipato a “I linguaggi della cura”, un evento rivolto ai professionisti di Humanitas Gavazzeni e Castelli, nello splendido scenario dell’Accademia Carrara Bergamo in collaborazione con ISTUD. Ospite d’eccezione Stephen Legari del Museum of Fine Arts di Montreal

Maria Giulia Marini

Epidemiologa e counselor - Direttore Scientifico e dell'Innovazione dell'Area Sanità e Salute di Fondazione Istud. 30 anni di esperienza professionale nel settore Health Care. Studi classici e Art Therapist Coach, specialità in Farmacologia, laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Ha sviluppato i primi anni della sua carriera presso aziende multinazionali in contesti internazionali, ha lavorato nella ricerca medica e successivamente si è occupata di consulenza organizzativa e sociale e formazione nell’Health Care. Fa parte del Board della Società Italiana di Medicina Narrativa, Insegna all'Università La Sapienza a Roma, Medicina narrativa e insegna Medical Humanities in diverse università nazionali e internazionali. Ha messo a punto una metodologia innovativa e scientifica per effettuare la medicina narrativa. Nel 2016 è Revisore per la World Health Organization per i metodi narrativi nella Sanità Pubblica. E’ autore del volume “Narrative medicine: Bridging the gap between Evidence Based care and Medical Humanities” per Springer, di "The languages of care in narrative medicine" nel 2018 e di pubblicazioni internazionali sulla Medicina Narrativa. Ha pubblicato nel 2020 la voce Medicina Narrativa per l'Enciclopedia Treccani e la voce Empatia nel capitolo Neuroscienze per la Treccani. E' presidente dal 2020 di EUNAMES- European Narrative Medicine Society. E’ conferenziere in diversi contesti nazionali e internazionali accademici e istituzionali.

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