Il Viaggio Di Un Insegnante Attraverso, Con E Per La Medicina Narrativa – Intervento Di Nicoletta Suter

Tra il 19 e il 21 maggio si è svolto a Porto (Portogallo) il simposio “Humanism in Surgery”. L’ultimo giorno è stato dedicato al Congresso della Società Europea di Medicina Narrativa (EUNAMES). Siamo lieti di pubblicare alcuni degli interventi e delle diapositive dei partecipanti.

Nicoletta Suter, SIMEN, Italia.


Buongiorno e grazie per l’opportunità di condividere con voi la mia esperienza in NM. Spero di poter toccare qualche vostro interesse.

Vivo e lavoro in una cittadina del Nord Est, tra Venezia e Trieste.

Sono nata come infermiera e mi sono specializzata in educazione, counseling e coaching.

Il mio incontro con la Medicina Narrativa risale al 2011, quando, grazie a Rita Charon, ho potuto visitare la Columbia University, partecipare a diversi workshop a NY e acquisire la certificazione Narrative Medicine International, un’esperienza straordinaria che ha accresciuto la mia competenza nel campo e nutrito la mia mente e il mio cuore.

Il mio impegno nella Medicina Narrativa è legato ai diversi ruoli che ricopro:

  • responsabile di un centro ECM (educazione continua in medicina), in Italia, la mia istituzione ha 4000 dipendenti
  • membro del comitato esecutivo della SIMeN (Società Italiana di Medicina Narrativa)
  • docente sia in ambito ECM che in alcuni corsi accademici (laurea in infermieristica, master…)
  • Facilitatore di workshop in Colombia
  • Nel mio intervento, mi concentrerò su uno spaccato della mia esperienza, perché significativo per me, io che sono insegnante e facilitatore durante la pandemia.

Voglio rappresentare quello che è successo negli ultimi due anni con questa immagine. A causa della pandemia, il mondo è andato in panne. All’inizio eravamo tutti attoniti e paralizzati. La Medicina Narrativa mi ha dato gli strumenti per affrontare questa crisi sia a livello professionale che personale. Nell’immagine, il vaso è rotto, ma la vita spinge e batte ovunque. Sentivo che la vita doveva essere promossa e protetta, che le persone avevano bisogno di attenzione, ascolto, compassione e cura, e che la NM poteva dare un contributo fondamentale a tutto questo.

Mi è stato chiesto di parlare attraverso esperienze concrete, ne racconterò due.

In primo luogo, nell’aprile 2020 la Columbia University ha lanciato i laboratori online di NM in cinque lingue, inglese, polacco, spagnolo, greco e italiano. Insieme ad altri colleghi, mi è stato chiesto di facilitare questi laboratori virtuali per sostenere la comunità italiana che affronta l’isolamento, la solitudine e l’allontanamento forzato.

Il nostro gruppo di facilitatori ha scelto lo slogan “Anche da lontano, per te così vicino”.

Da allora, continuiamo a portare avanti questi laboratori e nel tempo abbiamo messo insieme una comunità, fatta di amici NM e di novizi.

Ogni workshop è realizzato secondo il metodo pedagogico della Medicina Narrativa: lettura ravvicinata di un testo, esercizio di scrittura stimolata, condivisione degli scritti e feedback reciproco. Ogni sessione è accuratamente preparata e condotta da due facilitatori, che sono volontari.

All’inizio del 2021 abbiamo pubblicato un articolo su Intima, una rivista di Medicina Narrativa, come risultato delle nostre riflessioni e meditazioni su questa esperienza. Ogni workshop è una sorta di clearing per i nostri partecipanti, che possono dare voce ai loro pensieri, emozioni e riflessioni.

Questo è diventato uno spazio di reciprocità dove possiamo leggere, scrivere e condividere in assenza di giudizio, dove possiamo incontrare l’alterità e la sua diversità e vulnerabilità, e affrontare le ambiguità e le incertezze del nostro mondo complesso.

Questo spazio virtuale ci sta ancora aiutando a far conoscere e apprezzare la NM in Italia, dove la comunità di Medicina Narrativa sta crescendo sempre di più.

Sempre durante la pandemia, come membro della SIMeN, (la società italiana di Medicina Narrativa) tra le tante attività che stiamo portando avanti, con Stefania Polvani, la nostra presidente, e Paolo Trenta, abbiamo iniziato un nuovo programma formativo per i facilitatori di laboratori di Medicina Narrativa. Per innescare un cambiamento nella cultura sanitaria mainstream, prima è necessario “formare i formatori”, crediamo.

Questo programma si concentra sul metodo andragogico narrativo, lo stesso che ho studiato alla Columbia. Ai partecipanti viene insegnato a realizzare laboratori basati sulla lettura ravvicinata e sulla scrittura espressiva/riflessiva e creativa; a scegliere e utilizzare le medical humanities (letteratura, poesia e prosa, film, musica, arti visive, ma anche narrazioni di malattia e patografie), per innescare la riflessione e la condivisione, per potenziare la creatività e per gestire la comunicazione in piccoli gruppi, per fare l’esperienza dei tre movimenti di NM: attenzione, rappresentazione e affiliazione.

Il metodo si basa sull’apprendimento collaborativo, trasformativo ed esperienziale: i facilitatori imparano a co-condurre, a condividere generosamente la propria competenza ed esperienza, a sentirsi impegnati nella promozione della giustizia sociale, anche in ambito sanitario. Il nostro programma si basa sui valori fondamentali della cura e della multiprofessionalità.

In due anni abbiamo preparato 90 facilitatori, 35 dei quali hanno anche frequentato un corso avanzato. I partecipanti sono per lo più operatori sanitari, ma ci sono anche persone che appartengono ad altri settori coinvolti nell’assistenza. Stiamo preparando un protocollo di ricerca per valutare l’impatto di questa formazione. In Italia i nostri facilitatori sono una comunità attiva, la speranza è di creare connessioni future anche in Europa.

Grazie al mio viaggio, lungo, con e per la Medicina Narrativa, la mia postura nella vita è cambiata. Ha sconvolto più volte le mie credenze e convinzioni e mi ha dato un nuovo impulso ad approfondire la riflessione su questioni cruciali: diversità, vulnerabilità, giustizia sociale, umiltà, creatività, speranza, gentilezza e resilienza.

Grazie a NM ho migliorato i miei metodi di insegnamento e mi sono sentita impegnata a promuovere una comunità narrativa nel mio Paese e oltre, per questo partecipo a EUNAMES e ad altri gruppi internazionali. In effetti, è molto importante adottare un approccio sistemico per migliorare la competenza narrativa a diversi livelli, nello spazio e nel tempo.

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