DIARIO DI UN MEDICO – DI ROCCO CICERELLO

“La Salute non è solo assenza di malattia, ma benessere fisico, mentale, socio-relazionale fino a spirituale”. Questa è la definizione che dà l’OMS (Organizzazione Mondiale della salute) sulla SALUTE.

Totalmente d’accordo, per formazione, con questa visione, ho raccolto negli anni appunti di storie vere, salvaguardando la privacy e la riservatezza dei tanti pazienti visitati.

La storia che segue fa parte di una raccolta che dovrebbe essere pubblicata in un libro a breve.

UOMO DI ANNI 80 CON UN BLOCCO LOMBARE

Con un incedere a tentoni, quasi barcollante, aiutandosi con un bastone e con la mano destra con evidente tremore, un signore magro sugli ottanta anni mi viene incontro nell’ingresso antistante l’ambulatorio. Lo faccio accomodare. Esordisce:

“Dottore sono qua per la moglie che ha bisogno di un farmaco per dormire. Sa, io sono un professore in pensione, ho insegnato per cinquanta anni nei licei classici. Anche mia moglie ha sempre insegnato nei licei scientifici materie letterarie. Certo anche io ho le mie magagne, ma adesso sono qui per lei”.

Ma come, una umanista che ha bisogno di psicofarmaci? E la frase di Dostoevskij che l’arte e la letteratura salveranno il mondo?” Mi viene da replicare.

Sa, dottore, quando si arriva a ottanta anni e ci si sveglia di notte alle due, le tre… Tutti i cattivi pensieri che ci sono al mondo ti passano per la testa. Uno rivede il padre, la madre, i nonni. Rivede la loro morte e sa che adesso tocca a lui e che ogni giorno è buono per questo. E ti viene la paura. I miei figli mi dicono: ‘Papà, scrivi!’ Ma cosa scrivo? A dire la verità a sessanta anni ho pubblicato un libro di poesie e una delle mie migliori diceva: ‘Le foglie cadenti d’autunno pavento‘. Che poi significava la paura che le ultime energie se ne stavano per andare. I promessi sposi? Si, ma Manzoni è morto. Leopardi? Si, ma è morto anche lui! Gli uomini sono sulla terra come altri esseri viventi che si mangiano l’un altro, gli animali si mangiano tra di loro, noi mangiamo i pesci, le stesse piante muoiono d’inverno e resuscitano in primavera. Hanno un cielo finché non finisce il loro cielo. Noi poi nell’Universo siamo qualcosa di assolutamente infimo, insignificante. L’unica risposta è se hai fede”. Conclude il suo lungo monologo.

Ma scrivere – incalzo per rompere il suo malumore – è una forma di fede, è un bisogno psicologico di comunicare, è un bisogno spirituale, fa entrare nell’infinito… In fondo il lavoro del medico dovrebbe servire a questo: a rendere consapevoli della nostra anima tramite la malattia. E con la consapevolezza aiutare a guarire”.

Prescrivo qualcosa di leggero per l’insonnia della moglie e lo rinvio al medico di famiglia per farmaci più complessi dato che non conosco la moglie.

“Adesso i medici sono solo tecnici, una volta il vecchio medico di famiglia veniva in casa, si sedeva al tavolo, si prendeva un caffè e parlava”. E mi racconta della sua “spondilite anchilopoietica” che nessuno gli ha saputo spiegare “perché è una malattia rarissima. Con la colonna che è un blocco unico”. Provo simpatia umana per lui. Lo accompagno sulla porta. Non ci sono più pazienti.

“La sua spondilite potrebbe essere figlia della sua visione materialista e ansiogena della vita?!

Lo interrogo. Colpisco come un fulmine che gli cade accanto, ma lo salva.

“Dottore, non posso darle torto. Sono stato un autodidatta, mi sono formato da solo, non ho avuto buoni maestri. Ai miei allievi davo la possibilità di farmi domande aperte sull’argomento del giorno. Ma ogni giorno per me era un esame di vita. Dovevo prendermi venti gocce di calmante prima di entrare in classe”.

Ecco il blocco dentro, la spondilite…” replico.

Ero già calvo, ciononostante mi toglievo il cappello per primo quando entravo in classe e stavo sveglio fino alle due di notte per correggere onestamente i compiti. Ho cercato di insegnare la giustizia e alcuni miei allievi hanno fatto carriera…”

E ringraziandomi per la chiacchierata si accende una sigaretta: “Non mi resta che questo” conclude.

Ci salutiamo con reciproco affetto. La visione spiritualista della vita è invisibile, ma vera. La Bellezza dell’Arte, della Letteratura, l’Amore per vita e per gli altri salveranno la faccia della Terra! Come dice Dostoevskij.

EVIDENZE NARRATIVE

Ciò che emergeva dai racconti era il chiaro vantaggio per i pazienti e per lo stesso medico dall’ascolto non solo dei sintomi, ma dall’ascolto complessivo del contesto del paziente. Quasi sempre i sintomi erano collegati a situazioni di disagio del paziente con sé stesso o con le persone delle sue relazioni. In maniera evidente o nascosta. Ed era proprio l’ascolto che portava a galla questa consapevolezza.

Ci sono evidenze scientifiche che l’ascolto è già il 70% della diagnosi e terapia, ma già i greci conoscevano bene questo concetto (conosci te stesso dell’oracolo di Delfi).

La scienza ci dice che ogni essere umano produce dai 50.000 ai 70.000 pensieri nelle 24 ore. Gli esseri umani sono fatti del loro corpo, ma anche dei loro pensieri che possono portare energia e buonumore e salute oppure la possono togliere e portare tristezza, depressione, infelicità e…malattia.

Ci sono ormai altrettante evidenze scientifiche che sia il leggere che lo scrivere portino benessere non solo psicologico ma anche fisico.

Sembrerebbe concludersi che i medici aiutano sicuramente il paziente specie nelle situazioni di malattia più o meno già evidente, ma non meno importanti a garantire la Salute sono:

Chi scrive un libro e chi lo legge…

Chi fa teatro e chi va a teatro…

Chi fa un film e chi va a vederlo…

Chi fa musica e chi la ascolta…

E in sostanza chi coltiva non solo il corpo e la ragione, ma anche l’anima e le emozioni (è celebre la frase di Pascal: “Il corpo ha le sue ragioni che la ragione non capisce”).

E chi accompagnando un amico al bar ascolta le sue vicissitudini oltre a far stare bene l’anima e il corpo dell’amico sta bene nel corpo e nell’anima anche lui.


Dr Rocco Cicerello

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.