RICERCHE

La narrazione come pratica di attivazione nelle strutture residenziali,
Tiziana Tesauro, ARACNE Editrice, 2013
In che modo possono essere attivi gli anziani non autosufficienti? A partire da questo interrogativo il libro presenta la narrazione come “luogo” dell’attivazione soggettiva. Rilegge perciò la narrazione autobiografica attraverso il paradigma degli studi sulla pratica interpretandola come attività pratica, mediata da corpo, oggetti, artefatti, linguaggio e regole, e proponendola come unità d’analisi per lo studio dell’attivazione come agire pratico. Ne discende quindi una proposta metodologica per studiare la narrazione quale pratica di attivazione.

Recensione di Maria Giulia Marini

 

Storie di cura: medicina narrativa e medicina delle evidenze:l’integrazione possibile
Giarelli Guido, Franco Angeli, Milano, 2005

Vengono qui presentati e discussi i risultati della ricerca “Narrative-based Medicine e audit clinico integrato: dall’analisi delle narrazioni di malattia al miglioramento della qualità delle cure”, condotta presso l’Ausl di Reggio Emilia in tre reparti ospedalieri con pazienti broncopneumopatici, cardiopatici e traumatizzati gravi. È la prima ricerca italiana sulle storie di malattia che abbia cercato di integrare in modo sistematico l’approccio della medicina narrativa con quello della medicina basata sulle evidenze (EBM).

Il notevole interesse suscitato nel corso degli ultimi anni dalla medicina basata sulle narrazioni trova probabilmente una spiegazione da una parte nella crisi profonda di credibilità che la biomedicina attualmente attraversa; dall’altra, nelle possibilità che la rappresentazione narrativa della malattia offre di mettere a confronto le diverse interpretazioni della realtà clinica proprie del paziente, del caregiver e del professionista sanitario, rivelando anche il carattere simbolico di ogni presunto discorso scientifico rispetto alla concreta esperienza del corpo, della sofferenza, della malattia. Si apre così la possibilità di considerare la malattia come una “rete di prospettive”, consentendo un incontro ed un dialogo fecondi che trasformano le storie di malattia in storie di cura , ovvero percorsi dialogici di costruzione congiunta dell’assistenza sanitaria ( care ).

I risultati della ricerca evidenziano anche le possibilità che l’approccio ermeneutico-interpretativo della medicina narrativa offre per il miglioramento della qualità delle cure a tutti quei professionisti sanitari (medici, psicologi, psichiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, logopedisti, ecc.), ma anche dirigenti sanitari ospedalieri e territoriali e sociologi, che intendano acquisire nuovi strumenti di analisi e interpretazione che consentano di considerare la medicina in tutta la complessità che la realtà clinica come costruzione sociale e relazione terapeutica presenta.

 

Medicina narrativa e mondi di vita. Risultati di una ricerca sul campo in un contesto riabilitativo
Eloïse Longo , Aracne, 2012

Il mutamento del concetto di malattia nella cultura e nel sistema sociale è strettamente correlato alla diversa percezione e interpretazione che dello stesso evento hanno medici, pazienti e familiari coinvolti nel percorso terapeutico. Il volume presenta, dopo un approfondimento teorico sulle metafore della malattia rilevate attraverso la metodologia delle illness narratives, i risultati di una ricerca sul campo condotta in una struttura di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma) di rilievo nazionale e ad alta specializzazione nel campo della riabilitazione neuromotoria. La molteplicità degli aspetti indagati nella ricerca, da quelli strettamente legati alla struttura di cura a quelli connessi al recupero e riequilibrio del rapporto medico-paziente-familiari nella prospettiva di una vera e propria alleanza terapeutica, vengono inseriti nel quadro generale delle Medical Humanities, un ambito fecondo che pone al centro del processo di umanizzazione la persona, la comunicazione, il dialogo e l’accoglienza.

 

Narrazione e ascolto. L’autobiografia come strategia di intervento nelle relazioni di aiuto
Luca Chicco, Franca Amione , Roma Carocci Faber, 2003

L’autobiografia, intesa come la rappresentazione narrata o scritta di un cammino esistenziale che può essere compreso solo attraverso chi lo sta vivendo, da parecchi anni è diventata uno strumento di intervento sul campo molto conosciuto e utilizzato in ambito psicosociale e pedagogico. Rivolto in particolare agli studenti di psicologia, agli assistenti sociali e agli educatori professionali, il volume propone, dopo un’esauriente analisi dei presupposti teorici dell’approccio autobiografico, un cammino metodologico che permetta di analizzare la struttura del processo narrativo autobiografico e di utilizzare i principali strumenti a disposizione del professionista, con lo scopo ultimo di fornire un modello operativo spendibile in ambiti di intervento complessi sia sotto il profilo esistenziale sia dal punto di vista organizzativo e gestionale.

 

Il malato immaginato. I Rischi di una medicina senza limiti
Marco Bobbio, Einaudi, 2010

Ogni individuo ha diritto alla cura migliore. Ma qual è la cura migliore? Marco Bobbio si interroga sulla pratica di una medicina sempre più invadente, che diffonde il timore, su basi meramente statistiche, di minacciose malattie, induce il bisogno di terapie anche quando si sta bene, non sa riconoscere i propri limiti e ci impone trattamenti standardizzati. Dati, numeri, trend hanno sostituito l’individuo, le sue preferenze e i suoi valori, ma questo castello di certezze mostra sempre più tutta la sua fragilità. Col risultato che siamo curati molto meglio rispetto a cinquant’anni fa, ma stiamo peggio. Attraverso le storie dei rapporti quotidiani tra medici e ammalati, emerge il disagio di una medicina che si allontana dalla persona sofferente, riducendola a un insieme di parametri alterati

 

Manuale di medical humanities
Roberto Bucci, Zadigroma, 2006

Chi ama le medical humanities non è mai soddisfatto della loro diffusione: si potrebbe fare di meglio e di più, specialmente in Europa, ancor più in Italia. Chi entra in questa dimensione della medicina scopre un arsenale di supporti adatti a permeare di umanità un rapporto complesso come forse nessun altro. Quello con il malato. La frequentazione delle arti e delle scienze umane aumenta dunque le capacità professionali degli operatori sanitari? Come vanno raccordate le competenze umanistiche con quelle mediche?

Le medical humanities mobilitano riflessioni etiche, filosofiche, storiche e letterarie per ripensare l’esistenza umana sotto l’impatto della medicina moderna. L’interfaccia tra la medicina e le humanities avviene, dunque alla luce delle possibilità che queste hanno di rispondere alle questioni di fondo dell’uomo, in particolare quelle che sono provocate dalla sofferenza, dalla malattia, dalla ricerca di guarigione, dai limiti dell’impiego della tecnologia.

 

Specchi di carta. Percorsi di lettura in tema di medicina narrativa
Donatella Lippi, Lexis, 2010

Malato, Medico, Malattia. I tre vertici del triangolo che Ippocrate fissò nella sua struttura di base nel V secolo a.C. rappresentano, ancora oggi, un nesso inscindibile e una sfida: è cambiato il contesto, sono mutati gli attori ed è cambiata la concezione della malattia, ma, all’interno della nuova relazione clinica, si vivono gli stessi drammi e le stesse aspettative, si pongono le stesse domande profonde. Nel quadro delle strategie con cui aprire il mondo del malato agli occhi del medico, per consolidare un’antica alleanza terapeutica, la memoria e l’autobiografia offrono la possibilità di ricondurci al senso del vissuto, chiedendo un’attenzione operosa e partecipata. È una nuova forma di ascolto attivo, che sostanzia di dignità la voce del malato e la trasforma in risorsa. Tale metodo è centrato sul malato, la persona è protagonista e la parola, scritta e narrata, costituisce il legame tangibile con un mondo, le cui certezze spesso necessitano di essere confermate. Per potenziare questo approccio e, di conseguenza, umanizzare la formazione del medico, spesso impostata in senso forse eccessivamente meccanicistico-tecnologico, è stato da più parti prospettato che nel curriculum formativo fossero inseriti anche momenti di riflessione diversi, tra cui l’analisi di opere letterarie, con significativi riferimenti a problemi di medicina, di malati e di malattie.
Questo volume propone una antologia di brani di autori italiani e stranieri, contemporanei e non: da Proust alle novelle di Pirandello, dall’ironia di J. K. Jerome alla cupa drammaticità di Céline, si dà voce all’esperienza umana della malattia, ma anche alla fiducia nella scienza, alla fede nella professione, al diverso percepire se stessi nel momento del dolore e nel processo di cura. In questo modo viene offerta al docente, al medico, allo studente, ma anche al generico lettore, una scelta di passi su cui riflettere, per imparare a ricollocare e comprendere le persone nel proprio specifico contesto e mettere a fuoco, oltre alle necessità del malato, nella sua interezza, anche nuove strategie di intervento

 

Bioetica e Medicina Narrativa. Nuove prospettive di cura
Mariella Lombardi Ricci, Enrico Larghero, Edizioni Camilliane, 2010

La narrazione come strumento curativo rappresenta un elemento in più per una vera presa in carico globale della persona bisognosa e malata, ma anche uno spiraglio aperto per dar voce al malessere dei curanti.

La malattia è una sfida etica perchè lancia all’uomo una domanda che non permette la non-risposta: che tipo di uomo vuoi essere? Che tipo di malato? Che tipo di curante? L’atteggiamento che i curanti assumono nell’arco della loro vita professionale verso la persona malata è la risposta a questa domanda. L’etica delle virtù invita ad essere professionisti ‘umanisti’ come habitus quotidiano, come modo di essere.

 

 

La medicina narrativa in ambito oncologico. Dalla narrazione di sè alla cura della persona
Elisa Nesi, Sorbello Editore, 2012

Questo libro si indirizza a chi è affetto da una patologia oncologica, a chi ne è stato colpito, ai familiari ma anche agli operatori sanitari come: medici, psicologi ed infermieri i quali possono utilizzare allo stesso modo la medicina narrativa per riflettere sul cancro; così che “la brutta bestia” possa essere d’insegnamento per vivere pienamente la vita e godere delle piccole cose e dei semplici gesti. A tutti coloro che da sani vogliono conoscere e applicare la medicina narrativa, una tecnica integrata e complementare alla medicina tradizionale.

 

Medicina e narrativa. Un viaggio nella letteratura per comprendere il malato
Antonio Virzì, Maria Salvina Signorelli, Franco Angeli, 2010

Nella formazione medica si privilegiano spesso le competenze scientifiche, tralasciando quelle umanistiche. Ma, oltre al sapere scientifico, è importante sviluppare anche la capacità di ascoltare, capire e rispettare il paziente. La letteratura ci permette di attingere a vissuti emotivi, narrazioni ed esperienze che ci consentono di riflettere sul difficile ruolo del paziente, ma anche su quello, altrettanto difficile, del medico. Riteniamo che in tale maniera si possa imparare molto sulla condizione del malato, sui suoi sentimenti e sul rapporto che egli stabilisce con i tanti medici che incontra nel suo lungo percorso di sofferenza. Gli autori di questo volume propongono qui la rilettura di una serie di brani letterari, appartenenti ad epoche diverse, alcuni molto conosciuti altri meno, che hanno in comune la presenza di medici e pazienti, dei quali sono sottolineati gli aspetti relazionali ed emotivi. Questa lettura può essere per ognuno un interessante esercizio per migliorare la capacità di appartenere alla prospettiva dell’altro.

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