DAR VOCE ALLE VOCI: TESTIMONIANZE DAL PROGETTO DI MEDICINA NARRATIVA SULL’ESPERIENZA DELLA VACCINAZIONE DA COVID-19

Isaak Iljič Levitan, Boschetto di betulle, 1885-1889, Galleria Tret’jakov, Mosca

In questa primavera è in corso il progetto di ricerca narrativa sull’esperienza della vaccinazione da Covid-19. L’obiettivo è quello andare al di là di sondaggi di opinione superficiali per capire le ragioni profonde dei diversi punti di vista e le diverse esperienze per migliorare la sanità nelle vaccinazioni in Italia e in Europa.

Abbiamo desiderio di conoscere la tua opinione qualunque essa sia e ti invitiamo, quindi, a lasciare la tua voce per il progetto.

Nella ferma convinzione che ogni voce non vada solo raccolta, ma anche diffusa e ascoltata, vorremmo proporvi alcune narrazioni, in forma anonima, e così mostrare come le diverse sensibilità hanno vissuto e raccontato la loro esperienza o la loro attesa della vaccinazione.

Penso che voglio farla il più presto possibile, essendo comunque informata dei possibili effetti collaterali a breve. Non mi interessano i possibili effetti collaterali a lungo termine. Voglio tornare a viaggiare senza tamponi e quarantena. Liberamente e normalmente. La mascherina sì, ma il resto proprio no. La vaccinazione è libertà di incontrare gli anziani, è libertà di parlare agli sconosciuti, è libertà di riaprire l’orizzonte.

Penso che sia opportuno farla e penso che avremmo potuto gestire la campagna vaccinale in maniera diversa.

Quando l’ho fatta mi sono scese le lacrime dalla gioia.

Si tratta di un importante sforzo congiunto multinazionale e farmaceutico. Un importante traguardo. Si parla di politiche differenti fra gli Stati nella gestione della campagna vaccinale. In effetti, un certo ritardo in Italia l’ho apprezzato. Ritengo, comunque, che ci siano state purtroppo molte differenti interpretazioni mediatiche anche relative al fenomeno degli eventi avversi. La gestione dei vaccini è stata, conseguentemente, diversa in Nazioni diverse. Questo ha determinato un po’ di paura nella popolazione.

Che mi farei iniettare qualsiasi cosa per tornare a vivere come prima!.

“Finalmente cazzo, non vedo l’ora”.

Penso che sia necessaria per chi ha un sistema immunitario non in grado di resistere alla malattia ma che non sia necessaria per chi ha un ottimo sistema immunitario e anzi sia un toglierla a chi ne ha bisogno. Basti pensare a chi ogni anno necessita del vaccino influenzale e chi l’influenza non la prende mai.

“Penso che sia qualcosa che si debba fare per se stessi e per gli altri”.

“Credo sia un dovere di tutti per il Bene di tutti. Dobbiamo fidarci”.

Indispensabile. Ad oggi l’unica arma efficace. Poi si possono tirare fuori moltissime teorie. Ma quando è in ballo il bene della comunità mondiale, serve una soluzione ampia ed efficace.

Bisogna vaccinare quante più persone possibile.

Non dovevo farla, avevo già a mille gli anticorpi, potevo aspettare e dare la mia dose a qualcun altro. Mi è piaciuta la strategia inglese: a tutti quanti una dose e poi valutare il prossimo passo.

È una fortuna riceverla.

Proprio per lasciare l’impronta della testimonianza, singola e diretta, non aggiungiamo commenti.

Questo articolo ha un commento

  1. dr Andrea Bergomi

    La terra è rotonda
    Il cielo è blu
    I vaccini funzionano

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