Cancro al seno: la scelta di non ricostruire

Oggigiorno il cancro al seno e tutti gli argomenti ad esso collegati, come i sentimenti di vergogna riguardanti gli effetti di quest’ultimo sul corpo o la scelta estetica su di un’operazione ricostruttiva, sono sempre più discussi. Un recente articolo pubblicato da Breastcancer.org intitolato “Diventare piatti”, ad esempio, parla della possibilità per le donne sopravvissute a questa malattia di non intraprendere un percorso di chirurgia estetica.

Infatti mentre la maggior parte delle donne decide di avere un qualche tipo di ricostruzione, alcune di loro non vogliono affrontare chirurgia aggiuntiva. Molte donne e dottori chiamano questa scelta “diventare piatti” o “vivere piatti”. Uno studio del 2014 ha dimostrato che circa il 56% delle donne hanno avuto una ricostruzione a seguito della mastectomia, il che significa che il 44% non l’ha avuta. Le donne che scelgono di non avere una ricostruzione possono essere mosse dalle più svariate ragioni, dai problemi di salute alle preoccupazioni per i costi sino alla paura di perdita di tenore muscolare.

La decisione di ricostruire o meno è estremamente personale. Alcune donne che non desiderano questo percorso affermano d’essersi sentite sotto pressione da parte dei dottori o dei membri della propria famiglia, al fine d’intraprendere una ricostruzione. Degli studi dell’American Society of Plastic Surgeons ha dimostrato che più del 70% delle donne non sono pienamente informate riguardo le opzioni ricostruttive prima della mastectomia.

Il recupero dopo una mastectomia senza ricostruzione è generalmente più semplice rispetto ad un recupero con ricostruzione. Di solito, una ricostruzione immediata porta ai risultati cosmetici più appaganti. Se si opta per una ricostruzione ritardata – 6 o 12 o più dopo la mastectomia – il tuo recupero sarà però leggermente più semplice. Se invece si opterà per non effettuare una ricostruzione dopo la mastectomia vi saranno alcuni problemi estetici da tenere in considerazione. Alcune donne potrebbero finire con avere quelle che sono chiamate “orecchie di cane” sotto le loro braccia. Si tratta di borse di grasso lasciate dalla mastectomia. Inoltre, se un’incisione è stata effettuata rudemente, un “risvolto” di pelle e/o grasso potrebbe sporgere alla fine della cicatrice o sotto l’incisione. Molte donne preferiscono le cicatrici al rimanere piatte, lasciando il loro petto equamente liscio.

Per molte donne il seno è un’importante zona erogena. Potrebbero essere preoccupate che la perdita di capezzoli e di alcune sensibilità nell’area del petto possano cambiare la loro vita sessuale in peggio. Potrebbero preoccuparsi che i loro partner non saranno più in grado di provare attrazione con solo un seno e senza entrambi.

Che cos’hanno più a cuore i partner delle pazienti con cancro al seno? Gli studi mostrano che la risposta a questo quesito è semplice: La loro amata è salva e ne sono lieti, la perdita o l’alterazione del seno è quasi senza significato in confronto a ciò. “Non m’interessa cosa ti portano via sino a quanto potrò ancora vedere la tua faccia” è un sentimento comune. Molti partner affezionati vedono che i loro amanti possiedono molte differenti parti d’amare e come esseri formati da qualcosa di più della somma di tutte queste parti. Il sesso dopo la mastectomia sena ricostruzione può essere pienamente soddisfacente così come lo era prima dell’intervento.

Matteo Nunner

Laureato in Lettere all'Università del Piemonte Orientale, si sta specializzando in Scienze Antropologiche ed Etnologiche all'Università di Milano-Bicocca. Giornalista e scrittore vercellese, ha collaborato con molte testate locali e nel 2015 ha pubblicato il romanzo d'esordio "Qui non arriva la pioggia". Nel 2017 ha poi pubblicato "Il peccato armeno, ovvero la binarietà del male".

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