
Il primo book club di cui si ha traccia risale al 1012: una lettura silenziosa, collettiva, quasi meditativa. Non c’erano discussioni, né scambi di opinioni, ma un’esperienza condivisa nel tempo e nello spazio. Oggi, a oltre mille anni di distanza, i book club sono diventati tutt’altro: si legge a distanza, ci si incontra in spazi virtuali, ci si parla tramite schermi. Eppure, qualcosa resiste nel profondo: il desiderio di leggere insieme, anche se lontani.
In questo numero di Cronache di Sanità e Medicina Narrativa vogliamo proporre un piccolo esperimento estivo: un book club sui generis, costruito intorno ad alcuni testi narrativi – racconti, romanzi brevi, storie intime – scritti da autori che hanno tutti una cosa fondamentale in comune: hanno frequentato il Master in Medicina Narrativa Applicata.
È questa l’unica, autentica vicinanza su cui si fonda il nostro club. Gli autori non si conoscono tutti tra loro, vivono in luoghi diversi, lavorano in contesti differenti, ma condividono un’esperienza formativa che ha acceso – o riacceso – la loro passione per la scrittura e per la lettura. Alcuni avevano già pubblicato prima del master, altri hanno iniziato a scrivere proprio dopo quell’esperienza. In comune hanno anche una sensibilità narrativa che si è rafforzata grazie al confronto, alle lezioni, al dialogo sviluppato tra le ore d’aula e i momenti informali.
La cosa più interessante è che questi scrittori non parlano solo di sanità, malattia o cura. Molti testi si allontanano consapevolmente dal mondo medico: esplorano paesaggi lontani dalle città, ricordi d’infanzia, storie d’amore, misteri quotidiani, viaggi interiori. È una letteratura che testimonia come chi cura può anche essere altro: un autore, un narratore, un osservatore del mondo. Non più (e non solo) medical humanities, ma scrittura piena, libera, capace di distaccarsi dalla professione per raccontare la vita in tutte le sue forme.
Secondo Mohammadreza Hojat, l’empatia nei professionisti della salute cresce in chi ama l’arte, la musica, la letteratura. Questo book club lo conferma: i nostri autori, pur indossando il camice bianco, sono anche individui profondamente espressivi e creativi. La narrazione, per loro, è diventata una pratica parallela, una forma di resistenza, un modo per abitare il mondo con uno sguardo diverso.
E quale momento migliore dell’agosto per leggere? Mentre il sole entra nella costellazione del Leone e il caldo rallenta il corpo, la mente si fa più riflessiva. Agosto è tempo sospeso, ideale per lasciarsi avvolgere da una storia. Per questo, in questo numero, condividiamo solo racconti. Niente articoli scientifici, nessun saggio. Solo parole da leggere con calma.
E come in ogni book club innovativo, il silenzio va rotto: se volete, potete scriverci ad aresanita@istud.it. Inviarci un commento libero, un pensiero su un racconto che vi ha colpito, oppure segnalarci il nome di un autore con cui vorreste entrare in contatto. Oppure, perché no, condividere anche un nuovo racconto. Perché questo è un circolo di lettura, che può generare scrittura. Ci sono i club degli ALUMNI; il nostro è un Book Club.