Una parola in quattrocento parole – Associazione

La parola associazione è un sostantivo derivato dal verbo associare tramite l’aggiunta del suffisso –zione che esprime l’effetto o il risultato dell’azione. Il verbo associare a sua volta deriva dall’omografo tardo latino associare, composto della preposizione a, ossia “verso”, e socius, ossia “socio”, con sfumature tanto affettive, quanto politiche, giuridiche e militari.

Associazione significa il convergere di più persone che si propongono di perseguire un fine comune come gruppo. Oltre che da uno scopo, l’organizzazione è normalmente caratterizzata dal contributo che ciascuno individuo coinvolto apporta e dall’organizzazione interna che la struttura.

Nel numero di marzo era nostra intenzione mappare e promuovere alcune delle più interessanti associazioni, gruppi e iniziative nel campo della medicina narrativa e delle health humanities. Abbiamo quindi intervistato alcuni dei loro esponenti per scoprire dall’interno quali siano la storia, la missione e i progetti presenti e futuri di queste organizzazioni.

Questo nostro numero trova la sua ragione d’essere nella constatazione che ogni pratica medica, di cura e clinica ancora oggi rischia di diventare tiranninzzata dalla medicina basata sull’evidenza e che le nuove strade promosse dalla medicina narrativa e dalle health humanities incontrino ancora molti pregiudizi. Ciò appare vero nonostante il crescente numero di corsi universitari e centri di ricerca dedicati a queste materie, ma anche l’effettivo utilizzo nel contesto clinico.

Le associazioni cui abbiamo chiesto di raccontarsi si impegnano in ogni angolo del mondo a promuovere lo studio, l’insegnamento e le attività della medicina narrativa e delle health humanities. Si tratta di gruppi sorti autonomamente in diversi luoghi e contesti, con strutture, metodologie e finalità a volte anche diverse, ma convergenti nel sostenere una controparte alla medicina basata sull’evidenza, perché la salute è un equilibrio non solo biologico, ma anche psicologico, sociale e religioso/esistenziale.

Consapevoli che le associazioni qui rappresentate non sono che un limitato esempio di quello che il mondo delle humanities for health ha da offrire, condividiamo le domande che abbiamo diffuso e vi invitiamo a rispondere o a contattarci se anche voi fate parte di gruppi con finalità consonanti perché la coralità e il confronto sono fondamentali per controbilanciare il dogma della sola evidenza.

  • Come si chiama la vostra organizzazione/associazione/società/gruppo di ricerca?
  • Qual è la sua storia e la sua storia?
  • Qual è la sua missione e la sua filosofia?
  • Come è strutturata oggi?
  • Quali sono i principali progetti in corso?
  • Quali sono i piani per il futuro?
  • Dove l’organizzazione/associazione/società/gruppo ha trovato resistenze o difficoltà (ad esempio, carenza di operatori sanitari, pressione temporale, dogma dell’EBM…)?

Enrica Leydi

Milanese di nascita, ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne presso l'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Sta attualmente completando il corso di laurea magistrale in Italianistica, sempre presso la medesima università emiliana. Collabora con ISTUD da aprile 2021 in qualità di coordinatrice della rivista «Cronache di Sanità e Medicina Narrativa».

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