Il ruolo delle arti nel migliorare la salute e il benessere: il documento dell’Organizzazione Mondiale della Salute

Oggigiorno, la ricerca sugli effetti delle arti sulla salute e sul benessere è in continuo aumento; tuttavia, è spesso mancata una consapevolezza delle evidenze di questi effetti, e di conseguenza vi è stata poca coerenza, all’interno degli Stati della regione europea, nello sviluppo di politiche al riguardo.

Il documento dell’Organizzazione Mondiale della Salute What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review, a cura di Daisy Fancourt e Saoirse Finn, intende colmare questa lacuna e dunque mappare tutte le evidenze disponibili sull’impatto dell’arte sulla salute. Sono state identificate oltre 900 pubblicazioni, comprensive di oltre 200 review, meta-analisi e meta-sintesi che includevano oltre 3000 studi e oltre 700 studi individuali. I progetti di ricerca inclusi sono diversi – dai case-studies individuali a studi di coorte longitudinali, etnografie e studi randomizzati – così come i metodi – scale psicologiche, neuroimaging, osservazioni comportamentali, e così via – e le discipline che hanno offerto riflessioni per l’elaborazione teorica.

Nel complesso, i risultati dimostrano che l’arte ha un potenziale impatto sulla salute, sia mentale che fisica. In particolare, nell’ambito della prevenzione e della promozione della salute, i risultati hanno mostrato che l’arte può:

  • influenzare i determinanti sociali della salute;
  • sostenere lo sviluppo della persona dall’infanzia;
  • incoraggiare comportamenti di prevenzione e promozione della salute;
  • essere di supporto nelle cure e nell’assistenza.

Per quanto riguarda la sfera della gestione e del trattamento della malattia, i risultati indicano che l’arte può:

  • aiutare le persone che soffrono dal punto di vista della salute mentale;
  • essere di supporto nella cura e nell’assistenza a persone con condizioni acute;
  • essere di supporto nella cura e nell’assistenza a persone con problemi neurologici;
  • essere di supporto nella gestione delle malattie non trasmissibili;
  • essere di supporto nell’assistenza al fine-vita.

Le evidenze mappate nel rapporto dell’OMS forniscono diverse considerazioni, relative sia al settore culturale che a quello sanitario e sociale:

  • il crescente numero di evidenze sull’impatto dell’arte sulla salute e sul benessere va riconosciuto, sostenendo l’attuazione di interventi dove queste evidenze sono sostanziali (impiego della musica registrata per i pazienti prima di un intervento chirurgico, impiego dell’arte per le persone affette da demenza e programmi d’arte per le comunità che si occupano di salute mentale), condividendo pratiche e conoscenze tra diversi Paesi e sostenendo la ricerca nel campo della salute e dell’arte;
  • è necessario assicurare che forme d’arte culturalmente diverse siano disponibili e accessibili (con particolare riferimento a minoranze svantaggiate), incoraggiare le organizzazioni artistiche e culturali a rendere salute e benessere parti integranti delle loro attività, e promuovere attivamente una consapevolezza pubblica dei potenziali benefici delle arti per la salute;
  • è necessario rafforzare la collaborazione tra i settori della cultura, dell’assistenza sociale e della salute, considerando anche l’introduzione o il rafforzamento dell’interazione tra programmi di assistenza sanitaria e sociale e programmi artistici (come le prescrizioni sociali) e sostenendo l’educazione artistica e umanistica nella formazione degli operatori sanitari per migliorare le loro capacità cliniche, personali e comunicative.

A questo link è possibile rivedere il livestream del lancio del report, tenutosi a Helsinki l’11 novembre 2019, ed è inoltre possibile prendere visione di altri materiali messi a disposizione dall’OMS.

Alessandra Fiorencis

Laurea magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Specializzata nel campo dell’antropologia medica, ha condotto attività di formazione a docenti, ingegneri e medici operanti in contesti sia extra-europei che cosiddetti “multiculturali”. Ha partecipato a diversi seminari e conferenze, a livello nazionale e internazionale. Ha lavorato nel campo delle migrazioni e della child protection, focalizzandosi in particolare sulla documentazione delle torture e l’accesso alla protezione internazionale, svolgendo altresì attività di advocacy in ambito sanitario e di ricerca sull’accesso alle cure delle persone migranti irregolari affette da tubercolosi. Presso l’Area Sanità di Fondazione ISTUD si occupa di ricerca, scientific editing e medical writing.

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