L’arte nei luoghi di cura: progetto rivolto alle persone con stomia

Quando viviamo un’esperienza traumatica, essa rimane impressa nel nostro cervello e non sempre è accessibile dal punto di vista cognitivo e attraverso il linguaggio. L’arteterapia può essere uno strumento di aiuto per poter entrare in contatto con queste parti remote della nostra mente e poter “narrare” in modo costruttivo e protetto il trauma nella prospettiva di un recupero. 

Le tecniche e le modalità per far esprimere la persona in modo artistico ed alternativo sono differenti, si va dall’uso dei colori alla manipolazione dei materiali, non è richiesta una competenza artistica ma la disponibilità ad accogliere una proposta differente di esprimersi e di farsi seguire da una persona che abbia competenze a riguardo. L’arteterapia è uno strumento a supporto del curante e una preziosa occasione per il paziente per favorire lo sviluppo della propria personalità e prendere consapevolezza di sé.

Il progetto “arte nei luoghi di cura” è nato all’interno di un percorso di formazione denominato DNA, realizzato dall’Area Sanità e Salute in partnership con l’azienda Hollister/Dansac e rivolto a oltre 20 infermieri stomaterapisti provenienti da tutta Italia. 

L’obiettivo di questa iniziativa, voluta fortemente da questo gruppo di stomaterapisti, è stato quello di introdurre l’arte nei luoghi di cura, in particolare rivolgendosi alle persone che hanno subito il trauma del confezionamento di una stomia, ossia un intervento chirurgico che interviene sull’intestino o sulle vie urinarie modificando l’aspetto del proprio corpo. 

Dal punto di vista operativo si è intervenuti su due piani di lavoro: da un lato sugli spazi vissuti da queste persone all’interno dell’ospedale per renderli più accoglienti attraverso la presenza della bellezza dell’arte (dimensione estetica); dall’altro si è lavorato per consentire alle persone con stomia, specialmente nella fase più difficile di gestione del trauma, di potersi esprimere attraverso l’espressione artistica (dimensione educativa), sfruttando il valore auto-riflessivo e auto-formativo di questa pratica, contribuendo a dare senso e significato a quello che sta accadendo.

Per quanto riguarda gli spazi, è stata allestita una “galleria d’arte” nel reparto di Chirurgia dell’Ospedale Maggiore di Bologna, con opere realizzate dagli ospiti con forme di disabilità della comunità L’Arche di Quarto Inferiore (BO) sotto la guida sapiente della pittrice Rita Mangano (ISTUD). Sette quadri, tanti quanti i colori dell’arcobaleno, ciascuno con un messaggio rivolto a chi vive l’esperienza della stomia, attraverso l’utilizzo del colore e della Comunicazione Aumentativa Alternativa, una modalità espressiva a sostegno di chi non riesce ad esprimersi con i canali di comunicazione tradizionali. Un progetto dalla forte valenza artistica e sociale, dove la bellezza è andata oltre l’estetica dell’installazione e si è incentrata più sull’energia e sulle dinamiche emotive che essa ha generato nelle persone che hanno realizzato l’opera e in chi ne beneficia attraversando i corridoi del reparto di Chirurgia.

Per quanto riguarda invece l’espressione di sé attraverso la pratica dell’arteterapia, sono stati coinvolti l’ASST Fatebenefratelli Sacco e il Policlinico di Milano Ospedale Maggiore. Partendo dalle narrazioni reali di persone con stomia raccolte in questi due ospedali, è stato avviato un progetto di alternanza scuola-lavoro con una classe del Liceo Artistico U. Boccioni di Milano per far conoscere ai ragazzi in cosa consiste l’esperienza della stomia, dare loro l’opportunità di ispirarsi e realizzare bozzetti e raffigurazioni da rivolgere alle persone con stomia per poter far praticare loro l’arteterapia.

I lavori creati da questi studenti sono stati raccolti in un volume dando vita ad un vero e proprio progetto editoriale, chiamato “COOL Colours”.

Questa iniziativa ha avuto molteplici valenze: dare alle persone con stomia la possibilità di beneficiare di una modalità espressiva (colore, disegno) differente per contribuire ad alleviare un momento particolarmente difficile del proprio percorso di cura; permettere agli studenti del liceo di avvicinarsi e comprendere dei vissuti di malattia e al tempo stesso di mettere in pratica le proprie competenze artistiche per la realizzazione di un lavoro concreto su commissione; dare la possibilità alle aziende ospedaliere di consegnare ai disposizione dei propri assisti uno strumento nuovo frutto della collaborazione tra ente scuola ed ente ospedale.

Ecco la voce di alcune persone che hanno avuto la possibilità di esprimersi attraverso l’arteterapia:

“Colorare mi rasserena, mi aiuta a pensare positivamente”

“Mi ha permesso di non pensare, fare qualcosa senza nessuno scopo, ma solo per il piacere di farlo”

“Mi sono resa conto che quando finivo di colorare mi sentivo rilassata e meno stressata”.

Il libro, presentato lo scorso 27 Maggio, verrà distribuito nei principali ospedali italiani alle persone con stomia dando loro la possibilità di lasciarsi andare a pratiche di arteterapia attraverso l’utilizzo dei colori e del disegno.  

Luigi Reale

Laurea in Scienze Politiche, Master in Management Sanitario presso la SDA Bocconi di Milano. Ha sviluppato e condotto numerosi progetti di ricerca applicata, percorsi di formazione e interventi di consulenza in ambito socio-sanitario. Studioso e docente di organizzazione e politica sanitaria, ha approfondito il tema della sostenibilità e della personalizzazione delle cure attraverso l’approccio narrativo. Negli ultimi anni ha lavorato in particolare nel mondo della disabilità e delle malattie neurodegenerative. E’ Responsabile dell’Area Sanità di ISTUD e membro del Direttivo della Società Italiana di Medicina Narrativa.

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