Arte nei luoghi di cura: un progetto itinerante per diffondere espressioni artistiche negli ospedali

Proporre in un ambiente ospedaliero l’esperienza concreta della bellezza significa non soffermarsi sull’aspetto esteriore delle cose, ma concentrarsi sull’energia e le dinamiche che questa esperienza genera nella persona e nel rapporto col mondo che la circonda.

Diffondere l’esperienza delle arti nei luoghi di cura contribuisce a promuovere benessere in tutti gli attori coinvolti: una nuova forma di educazione alla sensibilità, alla creatività, all’autoconsapevolezza e all’accettazione di sé emerge proprio grazie a questo esperire. Invitare professionisti sanitari e pazienti a esprimersi attraverso l’arte significa favorire una forma di pensiero e di competenza creativa, e si configura come capacità di rinnovamento, di decentramento dello sguardo, di propensione alla curiosità, e di attitudine alla ricerca dell’insolito.

Il progetto Arte nei luoghi di cura è nato con l’obiettivo di diffondere, in modo itinerante, espressioni artistiche negli ospedali di diverse città italiane, avvalendosi delle competenze artistiche di studenti o promuovendo pratiche di arte-terapia con persone diversamente abili all’interno di imprese sociali.

L’iniziativa è partita dal gruppo di lavoro DNA, composto da infermieri stomaterapisti provenienti da tutta Italia e guidati dall’Area Sanità e Salute di Fondazione ISTUD, con il patrocinio della FAIS (Federazione delle Associazioni Incontinenti e Stomizzati) e il sostegno non condizionato di Hollister con il brand Dansac.

Arte nei luoghi di cura ha fatto tappa a Bologna. L’8 Novembre, presso il reparto di Chirurgia Generale dell’Ospedale Maggiore, sono stati inaugurati i dipinti realizzati dai ragazzi della Comunità L’Arche di Quarto Inferiore, un’impresa sociale che propone un modello di vita “familiare” tra persone con varie forme di disabilità mentale e persone senza disabilità. I dipinti, realizzati con acrilico su tela sotto la supervisione della pittrice Rita Mangano, sono sette tavole che rappresentano i colori dell’arcobaleno, simbolo della Comunità L’Arche, ciascuna con un messaggio scritto dai ragazzi e rivolto alle persone ricoverate in ospedale. A concludere, due dipinti realizzati dalla pittrice su indicazione dei ragazzi: un messaggio di positività rivolto a chi vive con la stomia affiancato da un vaso di fiori animato dallo slancio delle farfalle che rappresentano la vita che sboccia dal cambiamento.

Luigi Reale

Laurea in Scienze Politiche, Master in Management Sanitario presso la SDA Bocconi di Milano. Ha sviluppato e condotto numerosi progetti di ricerca applicata, percorsi di formazione e interventi di consulenza in ambito socio-sanitario. Studioso e docente di organizzazione e politica sanitaria, ha approfondito il tema della sostenibilità e della personalizzazione delle cure attraverso l’approccio narrativo. Negli ultimi anni ha lavorato in particolare nel mondo della disabilità e delle malattie neurodegenerative. E’ Responsabile dell’Area Sanità di ISTUD e membro del Direttivo della Società Italiana di Medicina Narrativa.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.