Un approccio antropologico nella formazione degli studenti di medicina

Tra il settembre del 2013 e giugno 2015, tutti gli studenti di medicina del sesto anno che facevano lo stage al centro medico di Taiwan orientale sono stati istruiti a scrivere delle mini-etnografie per uno dei pazienti sotto le loro cure. [1] Le mini etnografie sono poi state analizzate da degli autori, con degli approfondimenti sui vari aspetti di sensibilità culturale e un approccio di cura olistico.

Lo scopo di questo esperimento era di usare le mini-etnografie di narrazione della malattia del paziente per migliorare le competenze culturali degli studenti di medicina. Per migliorare la qualità dei servizi medici, è fondamentale che i professionisti della sanità mettano in conto la cultura, la lingua, le credenze sanitarie e le differenze ambientali riscontrate nei pazienti. Una competenza culturale che è un’abilità cruciale per aiutare i medici a ridurre la diseguaglianza nella sanità.

Ad oggi, i questionari sono il primo mezzo di valutazione della competenza culturale, che sono sondaggi auto-realizzati di conoscenza, attitudine o abilità. In ogni caso, nonostante il tentativo dei ricercatori d’incrementare la validità dei questionari, questo tipo di approccio è ancora soggetto a pregiudizio. Invece l’etnografia, usata congiuntamente con l’antropologia medica, è uno strumento di ricerca effettivo e qualitativo che fornisce una completa comprensione del vissuto individuale in determinati contesti sociali, incluso le loro vite, le loro culture, le loro azioni, e punti di vista unici. Aiutano il medico a comprendere la malattia e l’esperienza quotidiana del paziente e inoltre ad aumentare l’empatia con quest’ultimo. L’applicazione dell’etnografia alla sanità non incrementa solo la competenza culturale ma accresce inoltre l’applicazione della pratica basata sull’evidenza attraverso una comprensione delle attuali condizioni di vita di determinate comunità e la concettualizzazione del senso dei loro atteggiamenti di salute.

Nel corso della prima classe di ogni semestre, gli studenti erano istruiti a scrivere mini-etnografie, a fornire regole di riferimento e a scrivere dei campioni. Agli studenti è stato richiesto di scrivere delle mini-etnografie, il compito del semestre, per uno dei pazienti sotto le loro cure e consegnarlo a metà trimestre. Quindi, in gruppi di tre, gli studenti hanno discusso i contenuti dei loro compiti con la supervisione dei loro insegnanti, che gli hanno fornito dei riscontri e li hanno guidati in una riflessione nel tentativo di rafforzare gli effetti delle mini-etnografie in una formazione di cura cross-culturale.

Le otto domande proposte da Arthur Kleinman concernenti gli aspetti culturali di una valutazione medica cross-culturale sono servite come punto di partenza per i dati dei pazienti:

  1. Cosa credi che abbia causato il tuo problema?
  2. Perché credi sia iniziato quando è iniziato?
  3. Cosa ritieni che il problema faccia all’interno del tuo corpo?
  4. Quanto è grave il tuo problema? Avrà un andamento corto o lungo?
  5. Che genere di trattamenti ritieni di dover ricevere?
  6. Quali sono i risultati più importanti che speri di ricevere da questo trattamento?
  7. Quali sono i principali problemi che la tua malattia ti ha causato?
  8. Cosa ti spaventa di più della tua malattia/trattamento?

Nel corso di due anni di studi, 91 studenti hanno gestito queste mini-etnografie. Di cui 56 erano maschi (61.5%) e 35 femmine (38.5%). Dalle mini-etnografie, sono emersi tre aspetti principali:

  1. i modelli esplicativi e le percezioni di malattia
  2. cultura e sanità
  3. società, risorse e sanità.

Basandosi sulla qualità di ogni aspetto, sono stati classificati nove nodi secondari: aspettative e attitudine riguardo malattia/trattamento, percezioni riguardo la loro prognosi in particolare, conoscenze ed emozioni riguardanti la malattia, cause della malattia, scelta del metodo di cura (inclusi i metodi tradizionali), pregiudizi e discriminazioni, influenze della cultura tradizionale e linguaggio, supporto sociale e risorse e diseguaglianza in sanità.

Lo studente B29 ha sottolineato come il suo paziente attribuisse la sua malattia al karma relativo una sua vita precedente, che ha alleviato la sofferenza causata dal suo cancro:

Anche se il cancro ha avuto un profondo impatto sulla sua vita, l’ha accettato e lo vede come una pratica spirituale. Crede che i peccati commessi nella sua vita precedente possano essere perdonati solamente dopo che avrà completato questa pratica spirituale, in questa vita, e che i paradisi devono aver organizzato tutto ciò perché non ha ripagato il suo debito. Il fatto che non sia ancora deceduto è perché non ha ancora compiuto questo fine.

Il fatalismo non è presente solo nel buddismo, ma anche nella cristianità:

Non riteneva che la sua insufficienza cardiaca fosse esacerbata dal suo bere o dal suo uso indiscriminato di antidolorifici. Piuttosto credeva che questo fosse una punizione assegnatale dal Signore, così avrebbe dovuto pregare con maggiore devozione. Ha provato a partecipare in tutti gli eventi della chiesa e possedeva una comprensione davvero piccola riguardo la sua prognosi.

La cultura tradizionale, la lingua, il pregiudizio e la discriminazione sono aspetti importanti della sensibilità culturale nel lavoro sanitario. Questo potrebbe potenzialmente rivelare che la cultura non è ancora una preoccupazione principale per gli studenti di medicina.

Lo studente C16 ha notato il desiderio del suo paziente di un trattamento di medicina tradizionale cinese. In ogni caso ha messo in discussione la sua efficacia e suggerito alla sua paziente, Nonna Chen, di non somministrarsi da sola la medicina tradizionale.

Al tempo delle sue dimissioni, Nonna Chen credeva ancora che le sue medicine di tonici ed erbe le avrebbero curato il fegato e prevenuto un intervento chirurgico. Le ho ricordato di non somministrarsi da sola erbe medicinali tradizionali.

Lo student B26 è stato uno dei pochi ad aver notato le differenze tra gruppi etnici nel linguaggio e nei trattamenti medici tradizionali lasciati alla diseguaglianza in sanità:

La signorina Lin è Amis (una tribù aborigena). Originariamente la loro medicina si basava su rimedi tradizionali, o contavano sui loro dottori. In tarda età è stata costretta ad accettare la medicina occidentale, che non aveva mai provato prima di allora. I termini chirurgia e chemioterapia potranno magari essere per noi familiari quanto l’alfabeto che utilizziamo tutti i giorni, ma per la signora Lin, che ha trascorso la maggior parte della sua esistenza nella cultura tradizionale Amis, lo shock è stato decisamente non di poco conto.

La società, le risorse e la sanità non sono inoltre risultate come un punto focale per gli studenti di medicina.

Lo studente C37 ha fatto emergere un problema molto pratico, illustrando che senza una cura e un’attenzione continua, la distribuzione delle risorse è una soluzione meramente temporanea ai problemi economici:

Nelle istituzioni pubbliche di welfare sociale, le donazioni da parte di buoni samaritani possono forse provvedere a questi bambini con fondi o risorse che necessitano per vivere o di trattamenti medici. In ogni caso, ciò in cui mancano maggiormente è la cura e la pazienza dagli altri. Dopotutto, poche persone stanno offrendo per mettere più impegno nel prendersi cura di qualcuno che non ha strette relazioni con loro.

Lo studente A17 ha descritto l’iniqua distribuzione di risorse mediche rispetto barriere geologiche, che hanno rese gli abitanti di aree remote “orfani” della sanità:

Rispetto le scarse risorse mediche nella cittadina di Fuli (una remota cittadina a Taiwan), la moglie del paziente è riluttante rispetto le dimissioni dall’ospedale. Sono preoccupati che non saranno in grado di ricevere trattamenti medici in tempo in caso di emergenza dopo il loro rientro a casa.

Nelle conclusioni hanno riscontrato che nell’insegnare agli studenti di medicina competenze culturali, dovremmo concentrarci non solo sulle differenze etniche e culturali ma anche su come esaminare e comprendere i modelli esplicativi dei loro pazienti con riguardo della loro malattia. Questo richiede lavoratori clinici che abbiano familiarità con questa struttura, e la mini-etnografia è un metodo d’insegnamento effettivo che può aiutare gli studenti a sviluppare una competenza culturale.

[1] HSIEH, Jyh-Gang; HSU, Mutsu; WANG, Ying-Wei. An anthropological approach to teach and evaluate cultural competence in medical students – the application of mini-ethnography in medical history taking. Medical Education Online, [S.l.], v. 21, sep. 2016. ISSN 1087-2981

Matteo Nunner

Laureato in Lettere all'Università del Piemonte Orientale, si sta specializzando in Scienze Antropologiche ed Etnologiche all'Università di Milano-Bicocca. Giornalista e scrittore vercellese, ha collaborato con molte testate locali e nel 2015 ha pubblicato il romanzo d'esordio "Qui non arriva la pioggia". Nel 2017 ha poi pubblicato "Il peccato armeno, ovvero la binarietà del male".

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